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venerdì 21 novembre 2025

Nel 1984 il Sismi negò all'allora Presidente del Consiglio Craxi l'esistenza del Piano Demagnetize


L'anno 1947 fu l'anno della frattura. Nel mondo, fra est e ovest, la divisione divenne esplicita. Fu la guerra fredda. E' importante il sostantivo (guerra), lo è anche l'aggettivo (fredda), che esprime cioè il proposito di evitare la catastrofe. La guerra fredda penetrò come attore in visione di ogni luogo. In Italia essa sembrò condizionare tutto, a partire dall'evento politico più riconoscibile: la crisi del maggio con la fine del governo di unità nazionale e della solidarietà antifascista. Come riferimenti «esterni» della rottura avevamo un simbolo americano, l'annuncio del piano di ricostruzione ERP (piano Marshall) e un simbolo sovietico, il Cominform, l'unità internazionale dei partiti comunisti (2).
Al momento delle elezioni del 1948 gli Stati Uniti si impegnarono a tutti i livelli, con una propaganda massiccia a forti tinte anticomuniste. William Colby, che fu capo della CIA dal 1973 al 1976, riferendosi al 1948, scrive: "la possibilità di una presa del potere comunista in ltalia - come risultato elettorale - aveva preoccupato molto gli ambienti politici di Washington prima delle elezioni italiane del 1948. Anzi, era soprattutto questa paura a portare alla creazione dell'Office Coordination, che dava alla CIA la possibilità di intraprendere operazioni politiche, propagandistiche e paramilitari segrete" (3).
Si può dire che il '48 sia la data di inizio per l'Italia di quella "guerra politica segreta" (4) che si combatte con operazioni 'coperte' della CIA e con l'utilizzo dei fondi segreti e delle azioni "non documentabili". L'importanza che rivestono documenti del National Security Council sta nel fatto che delineano uno scenario abbastanza significativo: in previsione di una possibile invasione dell'Italia da parte di forze militari provenienti dall'Europa Orientale, o nell'ipotesi che una parte dell'Italia cadesse sotto la dominazione comunista in seguito ad una insurrezione armata o ad altre iniziative illegali, il governo degli Stati Uniti predispose un piano articolato in sette punti, il cui ultimo paragrafo prevedeva di "dispiegare forze in Sicilia o in Sardegna, o in entrambe, con il consenso dei governo italiano legale e, dopo la consultazione con gli inglesi, in forze sufficienti ad occupare queste isole contro l'opposizione comunista indigena non appena la posizione dei comunisti in Italia indichi che un governo illegale dominato dai comunisti controlla tutta la penisola italiana" (5). Si rileva la preoccupazione che gli interessi degli Stati Uniti nell'area del Mediterraneo potessero essere seriamente minacciati dalla possibilità che il Fronte Popolare arrivasse al governo.
Un quadro d'insieme emerge con sufficiente chiarezza, malgrado il persistere di marginali zone grigie, la cui ricostruzione storica non è allo stato ancora possibile. Tuttavia, proprio tenendo presente la cornice della "guerra fredda", si possono trarre alcune considerazioni in riferimento al tema della ricerca:
a) le vicende più recenti relative alla strategia della tensione e delle stragi nel nostro Paese, vanno inquadrate nello scenario successivo alla seconda guerra mondiale;
b) in particolare, è la situazione di sovranità limitata che si instaura nei paesi del blocco occidentale ad offrire una chiave di lettura indispensabile per dissipare le ombre più fitte.
E' pur vero che c'era e c'è uno Stato di diritto, una democrazia pluralista e nello stesso tempo uno scontro sociale e politico; ma vi era un limite invalicabile e ufficialmente non scritto e cioè l'impossibilità di mutare gli assetti politici realizzati nei paesi della sfera di influenza. Ha scritto, tracciando un problematico bilancio di quegli anni, Angelo Panebianco: "Quella che è finita con la sconfitta (dissoluzione) dei blocco sovietico è stata a tutti gli effetti una guerra. Una guerra mai passata dal "freddo" al caldo [...] Ma comunque una guerra. Brutta, sporca e cattiva. Come tutte le guerre.[...]. L'identificazione tra nemico interno e nemico esterno, vera architrave della Guerra Fredda, metteva le democrazie occidentali, proprio perché democrazie, di fronte a contraddizioni insanabili, ossia apriva varchi all'illegalità in nome della sicurezza. [...]. L'identificazione tra nemico esterno e nemico interno e, per essa, la contraddizione fra esigenze di legalità ed esigenze di sicurezza assumeva forme esasperate quali non si riscontrano negli altri paesi occidentali (con l'eccezione, in certe fasi, della Francia). E' in quel vizio di origine la radice di tutte le deviazioni (dalla legalità) degli anni 60 e '70" (6). Panebianco afferma che in quella fase storica il "dilemma insolubile" delle democrazie ha contribuito a fare dei governanti occidentali dei "Giano bifronte", "servi di due padroni", sottoposti al doppio vincolo di dover rispettare le leggi interne e, contemporaneamente assicurare la sicurezza nazionale. "Nessuno può eludere il dilemma [...] Una zona grigia nella quale i confini tra ciò che è legale, semi-legale e illegale sono sempre più sfumati" (7). Ci fu in quegli anni nel nostro paese una "guerra" non dichiarata, a bassa intensità militare ma ad alta valenza politica che fu "combattuta" nella nostra società a partire dalla fine degli anni '40 e, con graduazioni e modificazioni anche sostanziali, almeno fino all'inizio degli anni '70, quando l'evoluzione del quadro internazionale fece perdere gran parte del retroterra internazionale che la aveva motivata. E non per ultimo, strumentalizzazioni personali e politiche, a fini interni, che potessero "giustificarla".
Nel volume sulla storia dei servizi segreti "Il lato oscuro del potere" Giuseppe De Lutiis offre una valida documentazione, finora inedita, sulla guerra psicologica che governi occidentali conducevano contro il comunismo, in particolar modo in Italia e in Francia dove più forte era la presenza dei partiti comunisti occidentali. A questi due Paesi è rivolta l'attenzione del NSC, la struttura precedentemente citata, che coordina l'attività dì "contenimento" del comunismo varata dal Presidente Harry Truman nel 1948 e concretizzata poi nel Piano Demagnetize. Ufficialmente ignoto alle massime autorità del nostro governo, il Piano Demagnetize, come appunto dice il nome, prevedeva di "smagnetizzare", cioè di
depotenziare le capacità organizzative dei partiti comunisti francese e italiano. Nel 1984 il Sismi negò all'allora Presidente del Consiglio Craxi l'esistenza di questo piano "e di altri che ponessero nostri servizi in posizione di subordinazione di altri", malgrado interi passi del documento fossero stati già pubblicati da alcuni studiosi (8). Non si ha la certezza che il testo del Piano Demagnetize (9), conosciuto e acquisito dalla Commissione Stragi, sia completo, ma negli archivi della "Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi", vi sono documenti, elaborati in data 13 novembre 1951 dalla Commissione "C" del Psycological Strategy Board, commissione composta da rappresentanti del Dipartimento di Stato, del Dipartimento alla difesa e della CIA, incaricati di perfezionare piani per la "discriminazione politica che il governo De Gasperi avrebbe dovuto condurre contro i cittadini iscritti al PCI" (10). Gli "specialisti Usa" chiedevano al Governo italiano di screditare i comunisti allontanandoli dalle cariche amministrative pubbliche, in sostanza "licenziare la manodopera comunista, e prosciugare le fonti di reddito in Italia del Partito Comunista" (11).
C'è quindi la presenza indiscutibile di un 'made in Usa' nelle vicende storico-politiche del nostro Stato; una sorta di lente d'ingrandimento sopra la classe dirigente italiana, che ne condiziona, ma quasi mai passivamente (12) l'azione. Sulla base dei documenti raccolti, alcuni inediti, altri ampiamente censurati, Perrone delinea un quadro articolato e concreto del ruolo italiano, un 'made in ltaly', nell'opera di 'smagnetizzazíone', sempre sotto ìl controllo e la supervisione della Casa Bianca. Così, per esempio, rispondono dal Dipartimento di Stato a un'esplicita richiesta del Presidente del Consiglio De Gasperi che si informava su un possibile intervento armato delle forze militari statunitensi per 'quietare' una eventuale sommossa delle forze comuniste: "il nostro appoggio non contemplerebbe, RIPETO NON, l'assistenza delle forze armate degli Stati Uniti" (13).
Nei documenti americani l'elemento prioritario è che l'Italia fosse un Paese a "rischio dei comunisti". Per la conferma di questa tesi, non eccessivamente gradita agli ambienti politici italiani, basta far riferimento alle dichiarazioni di Paolo Emilio Taviani (14), a proposito dell'ingresso italiano nella Nato: "Gli Americani non ci volevano nel Patto. Fummo noi DC da un lato e i repubblicani dall'altro che insistemmo per essere inclusi" (15). 
Sul rapporto Stati Uniti-Italia in riferimento al problema del comunismo la documentazione degli archivi statunitensi è ormai da anni al vaglio degli storici. E proprio sulla base di questi documenti si può arrivare alla conclusione che la vita politica italiana è stata segnata dalla "guerra politica segreta, combattuta tra lo Stato e alcuni suoi cittadini in nome della frattura ideologica tra Est e Ovest [...] Gli eventi sanguinosi, le stragi e fondamentalmente tutte le principali espressioni della devianza del potere (servizi deviati, poteri occulti, finanza corsara) non avrebbero potuto ripetersi se non fossero stati inquadrati in un disegno politico strategico comune, con tutta probabilità, il mantenimento del nostro Paese nel campo dell'Alleanza Atlantica" (16).
[NOTE]
(2) V. Foa, Questo Novecento, Einaudi, Torino 1996, pag. 220-221.
(3) W. Colby, La mia vita nella CIA, Mursia, Milano 1981, pag. 82.
(4) Il termine compare per la prima volta in un memorandum del 3 Giugno del 1948 del NSC (National Security Council).
(5) Direttiva del National Security Council 1, 2, 10 febbraio 1948. Foreign Relations, 1948 vol III, pag. 769.
(6) A. Panebianco, Logica della democrazia e ragion di Stato: il dilemma insolubile, in "Corriere della Sera", 21 febbraio 1991.
(7) Ibidem.
(10) Il documento viene citato per la prima volta in Commissione Stragi, resoconti stenografici delle sedute, X leg., vol.VII, p. 363,365.
(11) P. Cucchiarelli & A. Giannuli, Lo Stato parallelo, Gamberetti, Roma 1997, pag. 34
(12) Come emerge dal lavoro di Nico Perrone, De Gasperi e l'America, un dominio pieno e incontrollato, edito nel 1995.
(13) N. Perrone, De Gasperi... cit. Intanto le direttive del 13 Novembre 1951 trovarono applicazione nelle disposizioni dell'allora Ministro della Difesa Pacciardi. Infatti i licenziamenti non colpiscono solo i lavoratori comunisti del porto di Livorno, ma anche quelli degli impianti che costruiscono le turbine Fiat e la stessa azienda torinese manda a casa 400 attivisti del PCI.
(14) E' ministro della Difesa nel IX° Gov. ital., 1953, coalizione DC, PRI.
(15) N. Perrone. De Gasperi... cit., p.175
(16) G.I. G. Salvini, Sentenza-ordinanza in Archivio Commissione Stragi (d'ora in poi CSA), 1995: Gli ordini, contrordini e le coperture che scattarono in tutta ltalia.
Lorenzo Pinto, Le "stragi impunite". Nuovi materiali documentari per una ricerca sulla strategia della tensione, Tesi di laurea, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Anno accademico 1996-1997