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venerdì 5 agosto 2022

Il caso di Favignana invece rientra in un’altra tipologia di turismo

Favignana: Cala Rossa. Fonte: Wikipedia

Le problematiche lavorative - lavoratori non professionisti, mal pagati e appartenenti a categorie tradizionalmente svantaggiate ed escluse dal mercato del lavoro - insieme ad altri aspetti di trascuratezza e disorganizzazione <164, rendono Favignana più simile ad una destinazione turistica tipica di un paese in via di sviluppo che ad un paese europeo.
Il mancato costituirsi, se non in minima parte, di un gruppo di imprenditori locali, rende lo sviluppo molto dipendente dall’esterno, e quindi non direttamene gestito dai locali. Fra gli imprenditori si annoverano i negozianti e alcuni pescatori, che però non riescono a creare organizzazioni di categoria nè organizzazioni trasversali <165 che incidano sullo sviluppo turistico isolano. Per esempio all’inizio degli anni 2000 i proprietari di hotel si erano costituiti in associazione <166, ma non sono riusciti a presentarsi insieme ad eventi come la fiera BIT, a Milano.
Anche la Pro-Loco, fondata negli anni Sessanta soprattutto da proprietari di case da affittare era concepita più per dare informazioni sulle case in affitto che sulle risorse dell’isola. A differenza dei paesi non-europei però gli investimenti nel settore turistico provengono comunque esclusivamente da capitali italiani.
L’assenza di un gruppo di persone professionalmente formate a lavorare nel settore e la riduzione del turismo a fenomeno economico solo estivo collocano Favignana in una strana e peculiare posizione: da una parte la popolazione “subisce” il turismo, accettando una minima pianificazione comunque proveniente dall’esterno, svolge quasi esclusivamente mansioni di basso livello, con ricadute economiche dunque non altissime (o alte solo in proporzione al numero di ore lavorate), dall’altra è fortemente influenzata dalla stagione, come le altre destinazioni mediterranee.
Il turismo però è quasi esclusivamente di origine italiana e solo parte del turismo che arriva sull’isola può essere definito “di massa” <167 (quello che alloggia presso i villaggi turistici). Nella visione di Olwig <168 il turismo è una forza brutale che vittimizza un ignaro host, il quale deve prendersi cura di un tipo di turista timido e non intraprendente. In questo caso i locali operano con un ruolo professionale: allo stesso modo con cui lavorano con i turisti potrebbero andare in ufficio o in fabbrica per guadagnarsi uno stipendio.
Il caso di Favignana invece rientra in un’altra tipologia di turismo e quindi di trasformazione economica: i locali gestiscono il turismo quasi individualmente, in modo più creativo e originale e -come si vedrà in seguito- concedendo poco spazio agli investitori forestieri o ai decision-maker esterni.
Si è creata a Favignana una sorta di concatenazione negativa: la maggior parte di chi vive sull’isola non riesce a cambiare il punto di vista sul turismo, considerato solo come una massa di persone che sporcano e rovinano l’isola e alzano i prezzi dei beni quotidiani. Chi viene da fuori con idee innovative -o semplicemente diverse- è considerato prima di tutto un forestiero e quindi non ben accetto ed etichettato come <169 parte del gruppo che vuole solo sfruttare l’isola per il proprio tornaconto <170.
Si torna così sempre alla situazione di partenza, con pochissimi cambiamenti nel tempo: un’isola aperta pochi mesi l’anno, in cui i locali vogliono accumulare più soldi possibili lavorando tanto ma in modo “manuale”, dove gli unici investimenti che tendono alla destagionalizzazione provengono da fuori e non sono visti di buon occhio dai favignanesi.
2.1.4 Favignana e gli artisti
Come ha già notato Peron <171, le piccole isole sono una fonte di “attività creativa” per molte persone: ispirano opere scritte, lavori scientifici e produzioni artistiche. A Favignana vivono alcuni artisti noti e ne ha ospitati alcuni in passato. Ci sono inoltre molti favignanesi emigrati che affidano all’espressione artistica i loro sentimenti e l’amore per l’isola. Favignana è infatti spesso l’oggetto della loro produzione artistica, in particolare pittorica o poetica. Uno dei più antichi e localmente riconosciuti artisti di Favignana è Aurelio Giangrasso, nato a Favignana ma emigrato a Genova e in Germania. Nel 1974 egli pubblicò, insieme ai fratelli, una raccolta di poesia intitolata “Acqua ri puzzo” in cui la parte dedicata a Favignana è preponderante. Le poesie ebbero grande successo e sono ancora note e apprezzate a Favignana, hanno anzi stimolato un’ulteriore produzione nel locale dialetto. Un altro artista favignanese è Zu Sarino, ex-cavatore che negli ultimi anni della sua vita trasformò il connubio con il tufo in forma artistica. Produceva sia sculture raffiguranti visi o altre forme sia sculture che produceva con pietre di forme strane e lasciava ancorate al terreno, parte dell’ambiente naturale. Enzo Patti era favignanese, e portò con sé sull’isola alcuni giovani promettenti. Fiume venne a Favignana e coniò la descrizione poi diventata “slogan” “Favignana è una farfalla”, che affianca quell’altra di “perla delle Egadi”. Un altro artista favignanese è Gianni Mattò, attivo sull’isola e specializzato in pitture con tema Favignana e la mattanza. La coscienza artistica degli isolani è spiccata, tanto che nell’ottobre 2006 è stata organizzata una mostra di artisti favignanesi che comprendeva molti artisti dell’arcipelago, i cantanti e metteva in mostra anche le tesi in architettura della tonnara in una rassegna “globale” della creatività favignanese.
[NOTE]
164 La mancanza di servizi pubblici, la minima cooperazione fra operatori o l’assenza di servizi integrati.
165 Ho avuto l’occasione e il piacere di incontrare a Favignana il professor Antonino Buttitta, docente di Antropologia presso l’università di Palermo, e proprietario di una casa sull’isola. Buttitta mi ha illustrato la sua spiegazione ad alcuni dei fenomeni riscontrati sull’isola nel corso di una conversazione tenutasi l’11 agosto 2006. In questa occasione mi ha spiegato che in Sicilia non c’è associazionismo perché la Sicilia è povera - a partire dalla dipartita degli svevi e poi con la scoperta dell’America - e dove c’è povertà non ci si riunisce. Con l’eccezione di società segrete eversive.
166 Il consorzio turistico Egadi, guidata da Aldo Bua.
167 Olwig descrive il turismo di massa come quello che infligge cambiamenti economici alla popolazione che deve adattarsi ad uno sviluppo di larga scala necessario per alloggiare, sfamare e intrattenere i turisti (Olwig K.F, 1985, Cultural adaptation and resistance on St. John: three centuries of Afro-Caribbean life, University of Florida, Orlando, pg. 120) citato in Macleod D.V.L., 2004, Tourism, Globalisation and Cultural Change: An Island Community Perspective, Channel View, Clevedon, pg. 105
168 Ibidem
169 Ho trovato nel volume di Gallitto (Gallitto, M., op.cit., pg. 52) una curiosa spiegazione a tale chiusura, tratta dalla tesi di laurea di Antonio Veonese “Flussi migratori ed evoluzione della persanalità negli abitanti delle isole
Egadi” relatore prof. C. Ciani: uno studio sugli Egadini messi a confronto con gli abitranti della vicina terraferma e quindi con le stesse caratteristiche culturali storiche e geografiche, evidenzia che gli isolani hanno una personalità distinta; sono più introversi, più coscienziosi, più gradevoli, più chiusi e manifestano una personalità adatta a vivere in luoghi duri e difficili. Gli immigrati nelle isole, che risultano in genere più estroversi e più aperti, manifestano una propensione per le stesse caratteristiche.
170 Sia Caltabbiano, manager del tour operator Egadi Island, che Francesca, proprietaria dell’hotel Aegusa, mi hanno detto che cercano di stare o tornare a Favignana il più possibile durante l’invernno per non incorrere nel rimprovero e nelle ripicche dei favagnanesi, che pensano che vogliono solo sfruttare l’isola per i loro interessi.
171 Peron F., 2004, The contemporary lure of the island, in Tijdschrift voor economiche en sociale geografie, vol. 95, No 3 pp. 326-339
Eleonora Cassinelli, Tonni, turisti e tonnaroti. L'isola mediterranea fra immaginario turistico e strategie locali: il caso di Favignana, Tesi di Dottorato, Università degli Studi Milano Bicocca, Anno Accademico 2007/2008