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lunedì 23 giugno 2025

Lidia, Teresa e Carla Liliana Martini contribuirono in modo significativo alla Resistenza a Padova


La famiglia Martini, i cui capostipiti furono Lorenzo Giovanni Battista Martini e Maria Giacinta Carmela Lanzani, si componeva di ben dodici figli, sei maschi e sei femmine: Maria, Augusto, Maddalena Virginia, Domenico, Alessandro, Giuseppe, Teresa, Lidia, Renata, Mario, Carla Liliana e Giancarlo <123. Abitano a Padova, in via Galilei 18. Teresa, Lidia e Carla Liliana e, seppur con minor presenza, Renata, passarono alla storia come le celebri “Sorelle Martini” protagoniste e attiviste della Resistenza Veneta. Lidia Martini nacque a Torre di Mosto (Venezia) il 2 giugno 1921 <124 (si veda Fig. 1). Frequentò il Liceo Scientifico Annibale Calini di Brescia nell’anno 1940 <125; si immatricolò alla Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, presso l’Università di Padova (si veda Fig. 2), il 6 novembre 1940 e condusse la Tesi di laurea dal titolo "Epeiroforesi Wegeriana" il 30 novembre 1946, sotto la supervisione del prof. Francesco Vercelli, il direttore dell’Istituto di Geografia fisica (voto 90/110) <126 (si veda Fig. 3-4-5). Lidia Martini morì il 20 settembre 2011. Teresa (Teresina nei documenti) Martini nacque a Sandrigo (Vicenza) il 16 settembre 1919 <127 (si veda Fig. 6-7). Conseguì il titolo di ammissione all’Università patavina presso il Liceo Scientifico “Ippolito Nievo” di Padova nell’anno 1938 <128; si immatricolò nell’a.a. 1941-42 alla Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali (e sceglie la Laurea di Chimica pura). Nel settembre del 1946, chiede il passaggio all’Università di Ferrara. Si immatricolò nuovamente nel settembre 1946, ma all’Università di Ferrara <129. Teresa Martini morì il 24 dicembre 2016. Carla Liliana Martini nacque a Boara Polesine (Rovigo) il 7 agosto 1926 <130 (si veda Fig. 8). Dopo aver compiuto gli studi classici a Bassano del Grappa, viene catturata e deportata (della sua deportazione si racconterà in maniera più dettagliata in questo capitolo). Dopo la guerra, rientrata a Padova, si iscrive all’Università per l’a.a. 1945-46, Facoltà di Lettere e Filosofia (si veda Fig. 9). Gli studi patavini sono bruscamente interrotti a causa di una lunga degenza causata dalla TBC ossea con duplice focolaio diagnosticata nel 1949, e potranno proseguire solo nel 1953 <131. Il 25 febbraio 1955 Carla Liliana si laurea, sotto la supervisione del prof. Sergio Bettini, con una tesi di laurea su «Epigrafi cristiane padovane» <132 (si veda Fig. 10-11). Muore il 25 settembre 2017.
Lidia, Teresa e Carla Liliana Martini contribuirono in modo significativo alla Resistenza, impegnandosi dopo l’8 settembre 1943 all’assistenza dei prigionieri alleati, fornendo loro viveri e un rifugio in cui poter trovare ristoro <133. A Padova nacque la cosiddetta «catena della salvezza» di cui Teresa, Lidia, Liliana e Renata si ritenevano essere semplici anelli, tanto che hanno raccontato la loro storia e il loro operato a distanza di molti anni dagli eventi (si veda Fig. 12-13).
L’opera di salvataggio dei prigionieri alleati che, all’alba della firma dell’Armistizio di Cassibile, si trovarono nei campi di concentramento della provincia di Padova merita ben più di poche righe. Ne furono coinvolti non solo i primi nuclei cospirativi antifascisti ma anche singoli sacerdoti e strutture ecclesiastiche, cooperando tra loro e fornendo soccorso ai bisognosi, andando a costituire improvvisate catene della solidarietà, nelle quali si impegnarono soprattutto donne provenienti dalla provincia patavina <134.
La giovane Teresa Martini, con l’aiuto della famiglia e dell’amica Elsa Vicinanza, organizzò un vero e proprio servizio di assistenza a favore dei numerosissimi prigionieri alleati nascosti nelle campagne dei comuni limitrofi. Essa provvide, in un primo tempo, al reperimento ed alla distribuzione di indumenti, viveri, sigarette, libri in lingua inglese; quando poi, con l’avvicinarsi dell’inverno, la situazione degli ex prigionieri si fece precaria, Teresa riuscì a nascondere nella sua casa di via Galilei alcuni prigionieri alleati <135. L’abitazione della famiglia Martini divenne così la sede dell’organizzazione, dove veniva raccolto il vestiario, si preparavano i documenti falsi e si aiutavano nel trasferimento i partenti. Nel frattempo, Teresa prese contatto con padre Placido Cortese, organizzando con l’aiuto di Armando Romani, ufficiale dell’aviazione, lo spostamento degli ex prigionieri verso la Svizzera. In gruppi, di non più di 12-15 persone, i fuggitivi furono accompagnati nel tragitto da Padova a Milano e di qui al confine italo-svizzero da Teresa Martini stessa o dai suoi familiari, che si alternavano nel servizio con altri volontari <136.
Catena di salvezza: imperativo individuale e collettivo per sanare ogni forma di ferita <137
"Dopo circa cinquant’anni di silenzio, incredibilmente condiviso con genitori e fratelli, sento ora il dovere di testimoniare quella parte di follia nazista che ho subita, affinché non vada perduta la memoria di atrocità ed eroismi che essa ha partorito, in difesa dei valori per i quali molti hanno pagato anche con la vita.
Memoria e futuro giusto, per non dimenticare la violenza, il degrado, le umiliazioni continue inflitte da uomini contro altri uomini.
Mi auguro che questi miei ricordi, le brevi considerazioni e i pensieri non si sperdano nel vento come il fumo dei milioni di nostri fratelli sterminati.
Sono tutti ricordi provocati dalla sofferenza di allora.
È desiderio di pace.
È volontà di sradicare l’odio che è annidato nei cuori.
È imperativo individuale e collettivo per sanare ogni forma di ferite" <138.
Nella notte di San Valentino del 2004 Carla Liliana Martini prese la decisione di condividere il suo segreto, che per anni aveva custodito sperando di dimenticare ogni traccia del suo passato. Iniziò così la stesura del volume che divenne il diario della sua vita, al cui interno l’efficacia di una parola racconta una tragedia da cui ci si deve trarre in salvo se la catena dei sentimenti vince su quella dell’odio <139.
Carla Liliana raccontò che nell’anno 1943 viveva con la sua famiglia a Padova, precisamente in via Galileo Galilei al civico 18, all’interno di una società ancora fortemente ancorata all’economia agricola: il padre, difatti, nonostante avesse la licenza superiore, nei documenti universitari era indicato come «agricoltore» e la madre, con diploma magistrale, era una casalinga <140.
[NOTE]
123 Ringrazio sentitamente il sig.re Enzo Sabbadin per avermi fornito l’albero genealogico della famiglia Martini dal quale ho rinvenuto numerosi dati anagrafici qui riportati.
124 Archivio Generale Ateneo di Padova (d’ora in poi AGAPd), Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Fascicolo personale della studentessa Lidia Martini, matricola 80/32, certificato di iscrizione.
125 AGAPd, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Fascicolo personale della studentessa Lidia Martini, matricola 80/32, scheda statistica di iscrizione.
126 AGAPd, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Fascicolo personale della studentessa Lidia Martini, matricola 80/32, certificato di laurea.
127 AGAPd, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Fascicolo personale della studentessa Teresa Martini, matricola 159/36, certificato anagrafico.
128 AGAPd, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Fascicolo personale della studentessa Teresa Martini, matricola 159/36, scheda statistica di iscrizione.
129 AGAPd, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Fascicolo personale della studentessa Teresa Martini, matricola 159/36, rinuncia agli studi e successiva richiesta di immatricolazione all’Università di Ferrara in data 24 settembre 1946.
130 Albero genealogico della famiglia Martini. Luisa Bellina e Maria Teresa Sega, Tra la città di Dio e la città dell’uomo. Donne cattoliche nella Resistenza Veneta, Venezia, Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea, 2004.
131 Martini, Catena di salvezza, cit.
132 Informazione fornitami dal sig.re Enzo Sabbadin in data 5 giugno 2023. Cfr. inoltre, AGAPd, Facoltà di Lettere e Filosofia, Fascicolo personale della studentessa Carla Liliana Martini, matricola 152/29, tesi di laurea.
133 Ivi, p. 221.
134 Feltrin, La lotta partigiana a Padova, cit., Tomo I, p. 619.
135 Bellina e Sega, Tra la città di Dio e la città dell’uomo, cit.
136 Feltrin, La lotta partigiana a Padova, cit., Tomo I, p. 630.
137 Le parole sono di Carla Liliana Martini. Si veda Martini, Catena di salvezza, cit., p. 103.
138 Le parole sono di Carla Liliana Martini. Si veda Martini, Catena di salvezza, cit., p. 103.
139 Ivi, p. 7.
140 Tali informazioni, rinvenute nei fascicoli personali delle sorelle Martini presso gli archivi dell’Università di Padova, sono state confermate dai familiari delle “Sorelle Martini” nell’intervista avvenuta il 6 febbraio 2023.
Rebecca Albertini, L'altra Resistenza. Il ruolo delle sorelle Martini nella lotta di liberazione in Veneto, Tesi di laurea, Università degli Studi di Padova, Anno Accademico 2022-2023


Per motivi di opportunità, tra le fotografie qui indicate da Rebecca Albertini si è scelto di selezionare e pubblicare solo quella indicata come Fig. 1, che, nel testo della Tesi, risulta accompagnata dalla seguente didascalia: "Lidia Martini (Fonte: fotografia fornitami dal sig.re Enzo Sabbadin in data 29 maggio 2023)".
Adriano Maini