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venerdì 1 luglio 2022

Ad una settimana di distanza dall'assedio al Corriere, l'ultimo corteo del Sessantotto universitario milanese


A Milano, fra l'altro, erano riprese le agitazioni all'interno degli atenei cittadini, prima alla Statale e poi alla Cattolica. Forse proprio queste ultime occupazioni di facoltà possono spiegare la breve cesura nella sequenza di cortei studenteschi ricostruita tra la fine di marzo '68 e il corteo del 17 maggio descritto sopra.
D'altra parte ormai le manifestazioni pubbliche del movimento studentesco sono entrate nel mainstream dell'informazione giornalistica quotidiana, dove si intrecciano indifferentemente le notizie provenienti dalla Francia con quelle raccolte dalle agitazioni studentesche italiane. Solo per limitarmi alle città analizzate voglio ricordare che proprio tra la fine di maggio e l'inizio di giugno tanto a Torino (1° giugno, come si è visto) che a Roma (31 maggio, come si vedrà nel prossimo capitolo) si erano tenuti degli importanti cortei di solidarietà con gli studenti e i lavoratori francesi in sciopero.
Forse queste coincidenze possono aiutarmi nella ricostruzione del clima che precede immediatamente una delle ultime e delle più note manifestazioni di piazza del movimento di Milano, ricordata nella memorialistica successiva al fianco di episodi noti come ad esempio la battaglia di Largo Gemelli del 25 marzo.
Si tratta naturalmente della notte di assedio alla redazione del Corriere della Sera, quella arcinota battaglia di via Solferino tenuta nella nottata tra il 7 e l'8 giugno 1968 tra studenti milanesi e forze dell'ordine.
Proprio il ruolo dei mezzi di informazione nella criminalizzazione delle lotte studentesche fu poi al centro di un numero unico di un ipotetico periodico <638 "Controstampa3", ciclostilato e distribuito nella seconda metà di giugno a cura del movimento studentesco milanese. Tra i nodi principali dell'opuscolo vi è proprio la trattazione del tema "Perchè in questa fase di lotta il M.S. torna a scegliere la piazza". Vengono dunque chiariti intenti e rivendicazioni degli ultimi due cortei del movimento prima della pausa estiva, quello del 7/8 giugno contro il Corriere e il successivo corteo del 15, pacifico e indetto in segno di protesta per gli arresti seguiti all'assedio notturno del quotidiano nazionale.
Lo stralcio che segue riporta il comunicato ufficiale diffuso per convocare il corteo-comizio della sera del 7 giugno.
"Governo, Polizia-Magistratura, Rettori costituiscono la Triplice Alleanza che ha tutto l'interesse che il M.S. continui a languire nelle sedi occupate.
LA PIAZZA
Il M.S. deve rompere questo equilibrio statico della reazione creando nuovi momenti di attrito e producendo nuova tensione. Restare isolati nelle Università significa fare il gioco dei nostri nemici: il M.S. quindi guadagna deliberatamente la piazza su obiettivi corretti. [...]
L'OBIETTIVO
Venerdì 7 giugno alle ore 22 avrà pertanto luogo in piazza Duomo un pubblico processo istituito contro tutti i nemici del M.S. (governo, magistratura, polizia, A.A., stampa borghese). [...] Subito dopo il processo verrà attuato nella notte il blocco della distribuzione del "Corriere della Sera". Nel Corriere il M.S. non individua solo i diffamatori della propria lotta, ma vede la Confindustria di cui è l'espressione diretta, vede il potere capitalistico di cui esso è strumento e servo. [...] Colpire il Corriere quindi non significa solo bollare la diffamazione, ma attaccare anche, e non solo emblematicamente, il governo, i centri del potere capitalistico, la manipolazione del consenso borghese [...]". <639
Naturalmente i rapporti tra Corriere e movimento studentesco si erano andati deteriorando nel corso dei mesi, quindi non è da escludersi che oltre alle motivazioni di origine simbolica ci fossero motivazioni contingenti che abbiano fatto propendere gli studenti per l'azione di contestazione diretta contro il quotidiano <640.
"Il movimento studentesco decide in una riunione ristretta di indire un processo pubblico e una manifestazione durissima contro il "Corriere della Sera" reo di aver organizzato una campagna diffamatoria contro il movimento e la contestazione. [...] Decidemmo quindi di scegliere un piano che prevedesse un metodo di attacco diverso da quello tradizionale. E questo rimase segreto fino all'ultimo. La polizia e il "Corriere" si aspettavano: raduno-corteo-occupazione. Così mentre la direzione del "Corriere" si riuniva per decidere come impedire l'occupazione e la prefettura mandava telex per chiamare rinforzi, noi decidevamo di bloccare i pulmini del giornale, si andava in scena con bastoni. tutti i compagni incaricati, per alcuni giorni, girano attorno alla zona di via Solferino, mappe alla mano per segnare le strade adiacenti al "Corriere", e per individuare le caserme, i lavori in corso da trasformare in depositi di porfido, il percorso dei camioncini diretti alla centrale o all'aeroporto di Linate". <641
La manifestazione mira a ritardare l'edizione del quotidiano rallentando l'uscita dei pulmini incaricati della diffusione, a partire dalla sede centrale di via Solferino. Dopo un comizio in piazza del Duomo gli studenti raggiungono in corteo la zona di via Solferino, dove si dividono in gruppi per assediare il quotidiano ostruendo le strade limitrofe. Gli studenti fra le altre cose utilizzano i veicoli parcheggiati per costruire delle barricate, cui viene anche appiccato il fuoco grazie a della benzina portata sul posto dai manifestanti. Insomma quella di via Solferino è una 'battaglia' pianificata e rappresenta probabilmente il culmine del percorso di radicalizzazione politica in cui si erano avviati gli studenti milanesi a partire dall'inizio di quell'anno accademico, con le prime occupazioni alla Cattolica del novembre '67. Non stupisce che quella nottata sia rimasta scolpita in modo così netto, nella cronaca quanto nelle memorie e nella memorialistica successiva.
"Studenti sonosi quindi suddivisi in gruppi et portatisi su strade che circondano sede Corriere della sera sonosi seduti per terra et habent tentato bloccare vie mettendo di traverso automezzi ivi in sosta. Forze polizia sono ripetutamente intervenute sbloccando situazioni et disperdendo dimostranti. Studenti correndo si sono continuamente ricostituiti in gruppi località viciniori cercando di attuare blocchi stradali anche con sassi divelti da cantieri edili ma tali tentativi sono stati frustrati da interventi forze polizia che sonosi continuamente spostate per impedire che gruppi stessi si ricomponessero e che venissero compiuti atti di violenza. Successivamente manifestanti divisi in gruppi si sono portati in Foro Bonaparte piazza Castello piazza Cairoli e via Dante lanciando sassi et bottiglie bibite che mandavano in frantumi alcune vetrine negozi Motta Richard Ginori Autobianchi et Fiat nonchè vetrinette agenzia pubblicità quotidiano "Il Giorno". [...] più volte at scopo impedire avvicinamento forza pubblica dimostranti habent versato per terra et incendiato benzina contenuta in bidoncini costituendo così una barriera. Nei ripetuti interventi forze di polizia sono state fatte segno at lancio altri corpi contundenti [..]. Verso ore 5 normalizzatasi situazione". <642
Naturalmente gli episodi di via Solferino alimentano, oltre agli sgomberi di cui si è scritto in precedenza, numerose reazioni da parte di tutti i mezzi di informazione locali e nazionali.
Paradossalmente, ma forse nemmeno tanto, al movimento piace molto di più l'interpretazione allarmista fornita dalla stampa moderata, laddove invece rivendicano alla stampa di sinistra l'effettiva radicalizzazione politica che il movimento ritiene di esprimere in forma più che consapevole.
"I giornali di destra? Va bene, ci vanno bene! L’indomani la stampa mette su un casino senza precedenti. I giornali moderati parlano di un corteo studentesco di protesta caricato dalla polizia, i giornali di destra ci chiamano studenti estremisti, filocinesi, guerriglieri urbani. GUERRIGLIA, SOMMOSSA, RIVOLUZIONE. Queste sono le parole giuste! I moderati invece minimizzano. [..] I moderati non danno soddisfazione. E noi ci restiamo male" <643.
Significativamente proprio l'Unità aveva provato a smorzare i toni ridimensionando l'entità dei fatti.
"E' stata questa stampa borghese a dare, nelle sue edizioni di questa mattina, una versione della manifestazione notturna nel centro della città completamente falsa, allarmistica e mirante a suscitare nei lettori panico e indignazione contro i manifestanti. Si parla infatti, addirittura, di “guerriglia notturna”, e di una “battaglia” fra “rivoluzionari” e polizia durata oltre 6 ore" <644.
Un'ampia sezione dell'opuscolo "Controstampa3" citato in precedenza, titolata "Errata corrige", è dedicata alla rassegna dei vari articoli comparsi nei giorni seguenti ai fatti di via Solferino. Tra questi i più criticati sono quelli dell'organo comunista, fra gli altri.
'Vedi "Il Giorno" o "L'Avanti" del 9 giugno che tentano di tracciare una netta linea di demarcazione tra il M.S. "buono" che chiede le riforme universitarie o anche che protesta contro il sistema, ma "senza menare le mani", e i soliti facinorosi. Così, tra le righe anche "L'Unità" del 9 giugno, che, proprio mentre attacca la stampa borghese reazionaria, allude alla possibilità per il M.S. di "seguire una strada fatta di gesti disperati o privi di sbocchi, al fondo della quale c'è, prima ancora della sconfitta, il cedimento e la resa". Nello stesso articolo si tende, inoltre, con scarsa comprensione della situazione politica reale, a vedere l'attacco al "Corriere" come una sorta di infantile imitazione del blocco effettuato dagli studenti tedeschi contro Springer. Nulla di tutto questo, in realtà. Nè emulazione meccanica, nè "atto di intolleranza" (vedi "L'Espresso" del 16 giugno), bensì un'azione responsabilmente decisa dal M.S. cittadino sulla base di una precisa analisi politica [...] portata avanti con metodi di lotta aggresiva, della cui necessità tutto il M.S. cittadino va prendendo coscienza: alla violenza quotidiana esercitata dal sistema a tutti i livelli o in ogni campo della vita sociale non si può continuare a rispondere con pacifici "sit-in".' <645
Al di là delle rappresentazioni mi sembra significativo notare come l'ultimo corteo del Sessantotto universitario milanese, ad una settimana di distanza dall'assedio al Corriere, non abbia riscosso altrettanta attenzione da parte degli organi di stampa. Eppure anche quest'ultimo corteo prima della chiusura estiva appare significativo. Perchè il movimento milanese si trova a sfilare verso le carceri cittadine, esattamente come avevano fatto gli studenti torinesi nei mesi precedenti. Naturalmente rivendicano la liberazione dei dimostranti arrestati durante la nottata del 7/8 giugno, di cui undici risultano ancora trattenuti a San Vittore (su circa 230 fermati). Stavolta la manifestazione non genera alcun episodio violento.
"Pomeriggio odierno habet avuto luogo manifestazione indetta da movimento studentesco cittadino con intervento circa mille studenti affluiti in piazza Duomo at spicciolata con cartelli striscioni et qualche bandiera rossa et anarchica. Verso ore 17,30 at termine brevi discorsi partecipanti sonosi predisposti in corteo et habent raggiunto carceri S. Vittore dove tuttora sono detenuti 11 arrestati corso ultime manifestazioni. Quivi dimostranti alcuni dei quali sonosi seduti per terra per qualche minuto davanti ingresso principale penitenziario habent percorso due volte perimetro carceri. Quindi sempre in corteo sonosi portati verso centro cittadino transitando davanti sede AssoLombarda ove habent lanciato fischi et raggiungendo poi sede università". <646
[NOTE]
638 Naturalmente si tratta di un "Numero unico in attesa di autorizzazione".
639 Da Perchè in questa fase di lotta il M.S. torna a scegliere la piazza, in Contro le mistificazioni della stampa borghese e i silenzi della stampa ufficiale di partito, «Controstampa3», n.d., numero unico in attesa di autorizzazione, ora raccolto in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 2.
640 Ad esempio suonò particolarmente fastidioso l'eco dato sulle pagine della cronaca locale alle insinuazioni fatte da alcuni gruppi studenteschi antagonisti del movimento, che in quella settimana avevano tra l'altro messo in dubbio la genuinità e l'autonomia dei movimenti in agitazione: "Il cosiddetto "movimento studentesco" [...] non è affatto un raggruppamento formatosi spontaneamente tra gli studenti milanesi, uniti dal proposito di rinnovare le strutture invecchiate degli atenei. E' invece un organismo internazionale, che obbedisce ad una "centrale" paragonabile ad un quartier generale. Non si propone la riforma delle università. Il suo scopo è di tenerle occupate convertendole, durante la prossima estate, in altrettanti centri di inquietudine sociale, pronti a diventare utili teste di ponte quando venisse il momento di far esplodere più vaste sovversioni"; da Gravi accuse di universitari al "Movimento Studentesco", «Corriere della Sera», 2/6/1968, p. 8.
641 E' la testimonianza di Andrea Valcarenghi ora riportata in N. Balestrini, P. Moroni, L'orda d'oro. 1968-1977. La grande ondata rivoluzionaria e creativa, politica ed esistenziale, Feltrinelli, Milano 2003, p. 249.
642 Dal telegramma prefettizio del 8/6/1968 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 6.
643 Si tratta della stessa testimonianza di Andrea Valcarenghi riportata in N. Balestrini, P. Moroni, L'orda d'oro cit., p. 252. Cfr. l'articolo dello stesso Corriere della Sera: Doloroso bilancio degli scontri notturni, «Corriere della Sera», 9/6/1968, p. 8.
644 Da La polizia interviene a Milano per sgomberare Triennale e Cattolica, in «L’Unità», 9 giugno 1968.
645 Da Errata corrige, in Contro le mistificazioni della stampa borghese e i silenzi della stampa ufficiale di partito, «Controstampa3», n.d., numero unico in attesa di autorizzazione, ora raccolto in ACS, Ministero Interno, Gabinetto,
1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 2.
646 Dal telegramma prefettizio del 15/6/1968 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 2.
Fabio Papalia, Il Sessantotto italiano nella dinamica delle occupazioni e dei cortei. Un confronto tra i movimenti studenteschi di Torino, Milano e Roma, Tesi di dottorato, Università degli Studi Roma Tre, Anno accademico 2010/2011