Powered By Blogger

martedì 9 agosto 2022

Secondo conflitto mondiale: verso il secondo fronte in Europa


Il problema di un “secondo fronte” che attiri e logori una parte della forze armate tedesche, impegnate quasi completamente a est, e allevi la pressione sull’esercito russo è sorto praticamente fin dalla prima lettera di Stalin a Churchill del 18 luglio 1941.
Le richieste di Stalin, riguardo a un impegno immediato inglese in forze sul continente, sono però irrealistiche: in primo luogo a causa della debolezza dell’esercito britannico, reduce dalle disfatte in Francia, Norvegia, Grecia e Creta, e in secondo luogo perché il piano di guerra, ipotizzato da Churchill nel 1941, prima dell’entrata in guerra degli Stati Uniti, è completamente differente. Esso parte dalla convinzione di un rapido crollo dell'URSS e si fonda su: un potenziamento massimo dei rifornimenti di armi dagli Stati Uniti, secondo la legge Affitti e Prestiti, un continuo incremento dei bombardamenti strategici terroristici per scuotere il morale dei civili tedeschi e distruggere l’industria bellica del Reich, un’organizzazione di piccole operazioni periferiche dirette a logorare il nemico e a provocare il crollo dei suoi alleati.
Due eventi capitali verificatisi alla fine del 1941 cambiano, però, radicalmente la situazione: l’Armata Rossa riesce a fermare l’avanzata tedesca e passare al contrattacco dal 5 dicembre, e l’ingresso in guerra degli Stati Uniti in seguito all’attacco di Pearl Harbour.
Nel gennaio del 1942 durante un incontro ai vertici fra Churchill e Roosevelt, durante la conferenza di Casablanca <91, emergono vari problemi decisionali sulla scelta del campo della pianificazione operativa: gli inglesi, desiderosi di non correre rischi sono più propensi a un coinvolgimento degli Stati Uniti in Africa, mentre gli americani sono dell’idea che sia più opportuno consolidare un fronte direttamente in Europa. <92
Durante il viaggio del ministro degli esteri sovietico Molotov a Washington nel maggio dello stesso anno, Roosevelt dà precise assicurazioni positive in questo senso, ma Churchill e gli strateghi inglesi riescono, negli incontri del 18-20 luglio 1942, a imporre l’abbandono di questi progetti, in conseguenza anche della disfatta di Tobruk e delle nuove ritirate sovietiche, e a stabilire come unico impegno positivo angloamericano per 1942 il piano Torch, ovvero uno sbarco massiccio di truppe americane nel Nord-Africa. <93
Poco prima, durante il suo soggiorno a Mosca, nell’agosto 1942, Churchill ha illustrato a Stalin le motivazioni delle nuove decisioni Alleate: l’URSS sarebbe rimasta da sola a combattere il Terzo Reich sul continente almeno per un altro anno, mentre gli Alleati avrebbero preso la strada per l’Africa, in attesa di un ulteriore logoramento tedesco a est, nonché in attesa della costituzione di adeguate forze americane in Inghilterra, per un ipotetico attacco in forze in Francia nel 1943 o più probabilmente nel 1944.
Tuttavia, l’ipotesi di aprire un “secondo fronte” che minacci direttamente la Germania, magari partendo da un’invasione della Francia occupata, non può essere del tutto trascurata. A tal proposito, i dubbi strategici e logistici dei generali Alleati risiedono, soprattutto, nel cercare di capire se sia possibile occupare un porto marittimo francese sul Canale della Manica, da utilizzare sia come punto di lancio per un’invasione su vasta scala, sia come punto di approdo sicuro per i rifornimenti. Gli Alleati concordano nell’effettuare un esperimento per sondare la capacità di reazione della Wehrmacht; avrebbero tentato l’invasione del porto di Dieppe, sulla costa francese. Le truppe Alleate avrebbero dovuto: conquistarlo il più rapidamente possibile, mantenerlo occupato e sotto controllo per almeno 48 ore, dopodiché sarebbero state evacuate.
Il 18 agosto viene messo in azione il piano Jubilee, che però si risolve in un completo disastro: dei 6 mila uomini sbarcati, 2 mila sono uccisi e altri mille vengono fatti prigionieri, soltanto una minoranza di soldati Alleati riesce a essere evacuata dal campo di battaglia. <94 I generali Alleati ottengono la conferma che non sarebbe stato possibile invadere la Francia attaccando direttamente un porto marittimo, ma sarebbe stato necessario inventare nuove soluzioni tattiche; tattiche che sarebbero state poi impiegate nello sbarco in Normandia.
Per contro, il fallimento Alleato a Dieppe mette comunque in allarme Hitler, che dà ordine di cominciare la costruzione di un imponente Vallo Atlantico, una lunghissima catena di fortificazioni difensive che, teoricamente, si sarebbe dovuta estendere sulle coste di tutto il Nord Europa: dalle coste della Norvegia sino ai confini con la Spagna.
[NOTE]
91 Gilbert, La grande storia della Seconda Guerra Mondiale, p. 448.
92 Cartier, La seconda guerra mondiale, Vol. 2, pp. 121-122.
93 Ivi, pp. 595-59
94 Russo e Di Rosa, Festung Europa, 6 giugno 1944, p. 33.
Alessandro Berti, Dalla poesia di Verlaine alla rete di Garbo: l’importanza delle operazioni di deception per la riuscita dello sbarco in Normandia, Tesi di laurea, Università degli Studi di Pisa, Anno Accademico 2016-2017