Pagina n° 1 della relazione del capitano Antonio Marceglia circa la missione presso Borghese cit. infra - documento CIA desecretato |
Tra le forze armate della R.S.I., la Decima Mas risulta particolarmente attiva in una serie di operazioni volte ad assicurare la presenza di truppe italiane in Venezia Giulia ed in Istria al momento della fuga dei tedeschi: avrebbe tale significato la visita compiuta in queste terre dal comandante della Decima, Junio Valerio Borghese, nel dicembre del 1944, visita tra l'altro ostacolata dal Supremo Commissario, così come la presenza della Divisione Decima, impegnata a combattere in Carnia e nel Goriziano. Nel capoluogo giuliano si trova il Comando dei Mezzi d'Assalto dell'Alto Adriatico, agli ordini del triestino Aldo Lenzi, che, secondo le direttive di Borghese, è impegnato nel raccogliere informazioni riguardanti la Zona di operazioni Litorale Adriatico e la possibilità di organizzare un intervento italiano.
Questo servizio segreto della Decima Mas, che si occupa di stilare documenti sull'attività nella Venezia Giulia di tedeschi, austriaci, sloveni, croati, serbi e russi <42, si serve della collaborazione di un'organizzazione chiamata "Movimento Giuliano", diretta, secondo una fonte, da Italo Sauro <43, secondo altre invece da Nino Sauro <44. Il "Movimento Giuliano" si occupa della diffusione nella Venezia Giulia di giornali clandestini aventi carattere nazionale e fonda a Venezia un Istituto per gli Studi sulla Venezia Giulia, che ha il compito di tener sveglio l'interesse dell'opinione pubblica italiana sulla situazione della Venezia Giulia, pubblicando articoli informativi e di propaganda su questo tema sui giornali della R.S.I. <45.
Il comandante Lenzi è in contatto anche con il prefetto Coceani ed il federale Sambo, ma niente di concreto potrà essere realizzato, a causa dell'intransigente opposizione da parte dell'autorità tedesca alla presenza di reparti militari italiani nel Litorale Adriatico, opposizione che verrà mitigata quando ormai sarà troppo tardi. L'illusione di far rimanere la Divisione Decima sul territorio della Venezia Giulia è destinata ad infrangersi presto: alla fine della battaglia di Selva di Tarnova, nel gennaio 1945, il Supremo Commissario Rainer chiede ed ottiene dal generale Wolff, comandante delle forze armate tedesche in Italia, l'allontanamento della Divisione dal confine orientale. In Istria rimangono alcuni presidii della Decima Mas, che difenderanno le loro postazioni fino alla fine della guerra, mentre la Divisione Decima si attesta in Veneto, fra Thiene e Bassano, da dove Borghese spera di farla arrivare nella Venezia Giulia non appena se ne presenti l'occasione. Verso la fine del marzo del 1945 avvengono gli ultimi due, inconcludenti, incontri tra Borghese e gli emissari del ministro della Marina del governo italiano del Sud, l'ammiraglio de Courten; il capitano Marceglia si reca anche a Trieste e viene messo in contatto con Itala Sauro, solo per venire a sapere che non esiste nulla di organizzato.
[NOTE]
42 G. BONVICINI, Decima marinai! Decima comandante!, p. 227. S. NESI, Decima Flottiglia nostra, p. 133. M. BORDOGNA, Junio Valerio Borghese, cit., p. 189.
43 R. LAZZERO, La Decima Mas. La compagnia di ventura del "principe nero", Rizzoli, Milano 1984, p. 147, riporta il fatto che Italo Sauro collabora, assieme a Maria Pasquinelli, con il servizio informazioni della Decima, ma l'organizzazione "Movimento giuliano" non viene però nominata. G. BONVICINI, Decima marinai! cit., p. 227, parla invece esplicitamente di Italo Sauro quale promotore e direttore del "Movimento giuliano".
44 S. NESI, Decima Flottiglia nostra cit., p. 133. L. GRASSI, Trieste cit., p. 127, dove si parla però di un "Movimento Istriano Clandestino". M. BORDOGNA, Junio Valerio Borghese, cit., p. 143 e p. 189.
45 G. BONVICINI, Decima marinai! cit., p. 227. M. BORDOGNA, Junio Valerio Borghese, cit., p. 189. E' possibile che di iniziative del "Movimento Giuliano" parli l'organo del P.F.R. di Trieste, l'"Italia Repubblicana", nel suo ultimo numero, che porta la data del 25 aprile 1945, riferendosi all'indirizzo di cittadini della Venezia Giulia e della Dalmazia residenti a Venezia e Milano e riguardante l'inviolabilità dei confini della regione. I due testi citati riferiscono anche che una parte del materiale raccolto dal "Movimento Giuliano", in particolare sul massacro degli italiani avvenuto in Istria dopo l' 8 settembre 1943, si trovava nell'Ufficio stampa del Comando della Decima, situato proprio a Milano.
Raffaella Scocchi, Il Partito Fascista Repubblicano a Trieste, Tesi di laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno accademico 1995-1996