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domenica 11 agosto 2024

Rientrati vittoriosi in Popoli, i partigiani della banda vennero organizzati in pattuglie

Popoli Terme (PE). Fonte Wikipedia

Il mese di giugno 1944 si aprì con l’uccisione da parte dell’Orsini e del Sanvitale di un ufficiale tedesco che fu privato dell’arma e poi seppellito in una buca da mina nel tratto di strada Raiano-Castelvecchio <1400; e la cattura di un sergente tedesco operata da Renzo Della Rocca <1401 e da Arsenio Fracasso nella notte tra il 9 ed il 10 giugno <1402. Fu portato anche a termine un intervento contro i tedeschi razziatori che coadiuvati da carabinieri locali stavano procedendo al rastrellamento di parecchi capi di bestiame; buona parte di questi vennero liberati dai partigiani e riconsegnati ai legittimi proprietari <1403.
Intanto - scrisse il Camarra - «gli eventi precipitavano» tanto da convincere i due capi della formazione a radunare tutti i G.A.P. in previsione di un’azione di massa su Popoli <1404. Due però i dati di fatto che gli consigliarono cautela: l’inadeguato rapporto tra partigiani ed armamenti «le armi conservate in località Fossa non erano sufficienti per l’armamento di tutti gli uomini, [della] deficienza di armi pesanti» <1405 e la presenza di due compagnie tedesche attestate nella gola di Popoli a difesa dei guastatori già in azione contro obiettivi civili e logistici <1406. Orsini e Sanvitale decisero quindi di posporre l’attacco, fino a che «almeno fossero saltati i ponti» <1407, condizione questa che a loro parere avrebbe reso impossibile il rientro delle autoblinde tedesche nell’abitato di Popoli, lasciando così ai partigiani libertà d’azione e ponendo al sicuro la popolazione da possibili rappresaglie <1408.
All’alba del 10 giugno <1409 pattuglie d’avanguardia della banda si «attestarono sul fiume Pescara [agganciando] le retroguardie nemiche», mentre il grosso della formazione penetrò in paese occupandolo in breve tempo senza incontrare nessuna resistenza <1410. Per prima cosa i partigiani assaltarono la locale caserma dei carabinieri repubblichini impossessandosi tra l’altro di due mitragliatori Breda 37 <1411, quindi si occuparono dell’arresto «di collaborazionisti e fascisti pericolosi o ritenuti tali» <1412. Preso possesso del paese, si divisero in due squadre formate ciascuna da 12 elementi e con in dotazione un fucile mitragliatore: la prima, al comando di Nicola Fistola e si pose a difesa dell’abitato, mentre la seconda guidata da Giuseppe Orsini e Alfredo Caramante <1413 si diresse alla volta di Bussi con l’ordine di attaccare il presidio tedesco ancora colà distaccato <1414. La missione non ebbe successo: il violento fuoco «di altre armi tedesche già in postazione sull’altro versante della collina» costrinse il gruppo a ritirarsi <1415. Di fronte al posizionamento del nemico disposto «in maniera da poter battere tutto il terreno scoperto della valle, allo scopo di poter mantenere il più a lungo possibile il controllo della importante posizione strategica della gola dei Tremonti» <1416, il comando della banda inviò immediatamente rinforzi proprio in quell’area. Ne seguirono quasi cinque ore di combattimento decisamente impari se si considera che il battaglione della Wehrmacht colà distaccato, fu stimato nella relazione De Feo-Salvadori di «una forza di 120 armati, con mitragliatrici ed un mortaio» <1417, mentre i partigiani popolesi, benché coadiuvati da elementi di formazioni viciniori di cui a breve si dirà, erano nel complesso ben inferiori sia numericamente che in equipaggiamento. Al termine dei combattimenti «il nemico veniva costretto ad abbandonare le posizioni ritirandosi verso Bussi-Capestrano, lasciando sul terreno quattro morti ed una mitragliatrice» <1418. Tra i partigiani furono registrati sette feriti di cui uno, il Brenno Berluti Lorenzini <1419, morto successivamente in seguito alle lesioni riportate <1420.
Agli scontri di quel giorno parteciparono anche partigiani di altre formazioni già in rapporti con la banda Popoli ed ora accorsi a sostenere lo sforzo bellico dei compagni: la banda Conca di Sulmona inviò 20 uomini armati alle dipendenze di Ercole Pizzoferrato, e tutte le squadre che Claudio Di Girolamo e Enzo Sciuba riuscirono a formare nella difficile congiuntura <1421; stesso dicasi per le bande G.A.P. Aterno <1422 e Santa Croce di Corfinio <1423 quest’ultima con 21 partigiani attivatisi in seguito alle notizie portate dal partigiano Luigi Giulio Masella <1424. Anche da Castelvecchio Subequeo si mosse in direzione Popoli una squadra di partigiani su richiesta di Felice Arquilla del G.A.P. raianese, ma giunse solo ad attacco completato <1425.
Mentre ancora era in atto lo scontro tra partigiani e tedeschi, a Popoli venne affisso in diverse copie un manifesto a nome del Comitato Nazione di Liberazione e firmato da Nicola Sanvitale:
«POPOLESI
Il Comitato locale di Liberazione Nazionale, costituito da un gruppo di patrioti, vostri concittadini, alle dipendenze del Centro Militare di Roma e già da tempo operante con atti di sabotaggio ed azioni di molestia contro le belve nazi-fasciste
ASSUME
da oggi, fino ad eventuali altre disposizioni, il Comando Militare del territorio del paese come l’unica forza armata riconosciuta legale dal Governo dell’Italia Libera e dal Comando Alleato
INVITA
tutti i cittadini a ritornare calmi e fiduciosi alla proprie ordinarie occupazioni ed a collaborare attivamente per la tutela dell’ordini e per la consegna alla giustizia di tutti coloro i quali, approfittando della protezione del nemico che ora fugge, hanno contribuito, con il tradimento e con l’opera nefasta, a peggiorare la già grave situazione cittadina
AVVERTE
Che l’ordine pubblico sarà tutelato dagli uomini armati alle dipendenze del Comitato stesso i quali saranno riconoscibili dal bracciale bianco con la sigla C.L.N. Ogni infrazione da parte di elementi facinorosi verrà inesorabilmente e severamente repressa.
Con fervore e serenità, all’opera, per la ricostruzione materiale e morale del nostro martoriato paese.
Viva L’Italia Libera!» <1426.
Rientrati vittoriosi in Popoli, gli uomini della banda vennero organizzati in pattuglie dislocate sia in postazioni fisse che mobili, adibite al controllo del territorio. Fu proprio da una di queste postazioni che il giorno 11 intorno alle ore 10.30, fu fatto fuoco a scopo intimidatorio contro un reparto motorizzato che stava avvicinandosi alla cittadina. Grande sollievo fu provato nell’accorgersi che non si trattava di tedeschi, come inizialmente temuto, bensì «di motociclisti della 134^ Comp. Divisione Nembo al comando del Capitano Nicoletti Altimare» <1427, che fecero il loro ingresso in paese con i partigiani di Popoli tra l’esultanza della popolazione <1428. Segnalato un unico caso di reazione avversa: un tale Luigi Cavalli lanciò da un balcone al primo piano di un’abitazione in via San Rocco due bombe a mano contro i partigiani, ferendo un motociclista. Immediatamente catturato per ordine del capitano Nicoletti, venne fucilato il giorno 12 giugno nella piazza principale del paese <1429.
La banda, messasi quindi a disposizione del Nicoletti, fu organizzata in squadre ed in plotoni: alle prime fu affidato il compito di svolgere i servizi utili alla popolazione <1430, mentre i secondi furono accorpati ad un plotone della Nembo, con cui provvidero a liberare Bussi, arrestando le residue forze repubblichine, e stanziandovi un presidio di partigiani <1431.
Il giorno 13 giugno giunse in paese un plotone della Brigata Maiella comandato da Nicola De Ritis <1432 che circondò la caserma e «ci rese noto che dietro ordine verbale da parte di tale capitano inglese LAMB doveva procedere al nostro disarmo. Malgrado l’ordine intimidatorio venisse fatto in una forma del tutto irregolare, il disarmo avvenne senza incidenti» <1433. Furono lasciati in servizio solo pochi uomini scelti della banda con mansioni provvisorie di polizia <1434 che nulla però poterono fare per frenare gli uomini della Brigata Maiella che - almeno stando a quanto riferito dal Camarra e dal Nuccitelli - si appropriarono delle «armi migliori», e si lasciarono andare a «ruberie varie» <1435. Nel clima non certo di concordia di quei giorni, venne ad inserirsi il 21 un fatto accaduto nella vicina Bussi che convinse i partigiani popolesi a riprendere le attività benché con altro e ben diverso scopo. Secondo quanto riferito sia dal Camarra che dal Nuccitelli - ma si segnala in proposito una diversa versione riportata dalle fonti del Costantino Felice <1436 - i «nuovi Reali Carabinieri» giunti in paese, provvidero a rimettere in libertà i loro commilitoni repubblichini di cui uno schiaffeggiò un patriota <1437. Nonostante la scellerata decisione venisse immediatamente rettificata dagli agenti di F.S.S. di stanza a Popoli che ne riordinarono l’immediato riarresto, il danno alla fiducia era fatto e così il comando della banda provvide al riarmo dei suoi elementi per vigilare a che tali iniziative non potessero essere poste in essere anche nella cittadina <1438. I partigiani popolesi rimasero quindi attivi fino al 23 giugno, giorno in cui consegnarono definitivamente tutte le armi dietro ordine della F.S.S. e dell’ufficiale dell’A.M.G., e la banda venne ufficialmente sciolta <1439. Solo un piccolo contingente di sei elementi rimase «alle dipendenze del Comune in servizio di guardie campestri» <1440. In seguito molti partigiani della banda passarono nella Brigata Maiella e si recarono a Chieti «per essere inquadrati nelle truppe regolari del C.I.L.» <1441.
[NOTE]
1400 Durante la colluttazione il Sanvitale Nicola riportò una ferita al mento, guarita in dieci giorni. Cfr. ivi, certificato del dott. Fracasso Arsenio del 26 novembre 1944.
1401 Nato a Popoli (PE) il 4 dicembre 1924, ha svolto attività partigiana nella banda dal 12/10/43 al 23/06/44. Cfr. ivi, schedario partigiani.
1402 Cfr. ivi, Banda Popoli, relazione della banda a firma del responsabile militare e capo banda Camarra Natale. Detto sergente, unitamente ad altri tre militi tedeschi furono poi consegnati dal Fracasso, il 10 giugno, ad un ufficiale australiano che rilasciò «ricevuta», ibidem.
1403 Cfr. ibidem.
1404 Cfr. ibidem.
1405 Ibidem.
1406 Cfr. ibidem.
1407 Ibidem.
1408 Cfr. ibidem.
1409 Cfr. Costantino Felice, Dalla Maiella alle Alpi. Guerra e Resistenza in Abruzzo, cit., p. 198.
1410 Fu riferito di un unico colpo sparato da tal carabiniere Fiore, che sfiorò «la giacca di un partigiano», ACS, Ricompart, Abruzzo, Banda Popoli, relazione della banda a firma del responsabile militare e capo banda Camarra Natale.
1411 Il numero esatto della armi asportate fu di 2 mitragliatrici Breda mod. 39, n. 100 bombe a mano e n. 15 moschetti. Cfr. ivi, Patrioti Marsicani, relazione Attività Patriottica della Banda Popoli a firma di Nannicelli Pietro, allegato n. 2 della relazione De Feo-Salvadori.
1412 Ivi, Banda Popoli, relazione della banda a firma del responsabile militare e capo banda Camarra Natale.
1413 Nato a Napoli il 27 settembre 1921, ha svolto attività partigiana nella banda dal 01/10/43 al 23/06/44. Cfr. ibidem.
1414 Cfr. ivi, Banda Popoli, relazione della banda a firma del responsabile militare e capobanda Camarra Natale.
1415 Cfr. ibidem.
1416 Ibidem.
1417 Ivi, Patrioti Marsicani, relazione De Feo-Salvadori.
1418 Ivi, Banda Popoli, relazione della banda a firma del responsabile militare e capobanda Camarra Natale. La ricostruzione sintetica degli eventi di quel giorno si rinviene anche nella relazione De Feo-Salvadori. Cfr. ivi, Patrioti Marsicani.
1419 Nato a Senigallia (AN) il 1° gennaio 1899, ha svolto attività partigiana nella banda dal 01/10/43 al 23/06/44, ferito il 10 giugno 1944 sulla strada Popoli-Bussi. Morì il 24 luglio 1944 a causa delle ferite riportate. Riconosciuto partigiano combattente caduto per la lotta di Liberazione. Cfr. ivi, schedario partigiani e schedario caduti e feriti. Cfr. ivi, anche Banda Popoli, certificato di morte.
1420 Secondo i certificati medici rilasciati dal dott. Fracasso Nicola, responsabile sanitario della banda, durante l’azione del 10 giugno restarono feriti: Caramante Alfredo, D’Amato Oscar, Orsini Giovanni, Pallotta Armando, Tatangelo Antonio e Visconte Gaetano. Caramante Alfredo, nato a Napoli il 27 settembre 1921, ha svolto attività partigiana nella banda dal 01/10/43 al 23/06/44; D’Amato Oscar, nato a Popoli (PE) il 3 giugno 1910, ha svolto attività partigiana nella banda dal 01/10/43 al 23/06/44; Orsini Giovanni, nato a Popoli (PE) il 30 maggio 1921, ha svolto attività partigiana nella banda dal 01/10/43 al 23/06/44; Visconte Gaetano, nato a Popoli (PE) il 3 giugno 1927, ha svolto attività partigiana nella banda dal 01/10/43 al 23/06/44. Cfr. ivi, schedario partigiani e schedario caduti e feriti.
1421 Cfr. ivi, Banda Conca di Sulmona.
1422 Cfr. ivi, Bande Castelvecchio Subequo, Molina Aterno e S. Croce Corfinio.
1423 Cfr. ibidem.
1424 Cfr. ivi, Banda Popoli, relazione attività di Masella Luigi Giulio.
1425 Cfr. ivi, Bande Castelvecchio Subequo, Molina Aterno e S. Croce Corfinio.
1426 Ivi, Banda Popoli, allegato 5 alla relazione della banda.
1427 Ivi, relazione della banda a firma del responsabile militare e capo banda Camarra Natale.
1428 Cfr. ibidem. Cfr anche Costantino Felice, Dalla Maiella alle Alpi. Guerra e Resistenza in Abruzzo, cit., p. 198.
1429 Cfr. ACS, Ricompart, Abruzzo, Banda Popoli, relazione della banda a firma del responsabile militare e capo banda Camarra Natale e ivi, Patrioti Marsicani, relazione De Feo-Salvadori. Cfr. anche Costantino Felice, Dalla Maiella alle Alpi. Guerra e Resistenza in Abruzzo, cit., p. 198.
1430 Tra queste, squadre di lavoratori impiegati nello sgombero delle macerie. Va ricordato che Popoli fu infatti uno dei paesi più bombardati della zona e - si legge nella relazione - «tenute presenti le condizioni del paese […] è necessario dire subito che gravi difficoltà si presentano per il riassetto interno malgrado tutti gli sforzi delle nuove Autorità civili e dei membri del Comitato locale», ACS, Ricompart, Abruzzo, Banda Popoli, relazione della banda a firma del responsabile militare e capo banda Camarra Natale.
1431 Cfr. ibidem.
1432 Cfr. Costantino Felice, Dalla Maiella alle Alpi. Guerra e Resistenza in Abruzzo, cit., p. 198.
1433 ACS, Ricompart, Abruzzo, Banda Popoli, relazione della banda a firma del responsabile militare e capo banda Camarra Natale.
1434 Cfr. ibidem.
1435 Ibidem e ivi, Patrioti Marsicani, relazione Attività Patriottica della Banda Popoli a firma di Nannicelli Pietro, allegato n. 2 della relazione De Feo-Salvadori.
1436 Secondo cui: «Al momento della liberazione la piccola pattuglia [di partigiani] procede all’arresto di un paio di centinaia di collaboratori fascisti, tra cui 11 carabinieri. Ma questi ultimi reagiscono arrestando a loro volta i partigiani. La paradossale situazione si risolve grazie a un intervento della banda di Popoli, che riaffida l’ordine pubblico a Pascale e compagni», in Costantino Felice, Dalla Maiella alle Alpi. Guerra e Resistenza in Abruzzo, cit., p. 198.
1437 ACS, Ricompart, Abruzzo, Patrioti Marsicani, relazione Attività Patriottica della Banda Popoli a firma di Nannicelli Pietro, allegato n. 2 della relazione De Feo-Salvadori e ivi, Banda Popoli, relazione della banda a firma del responsabile militare e capo banda Camarra Natale.
1438 Cfr. ibidem.
1439 Cfr. ivi, Banda Popoli, relazione della banda a firma del responsabile militare e capo banda Camarra Natale.
1440 Ibidem.
1441 Ibidem.
Fabrizio Nocera, Le bande partigiane lungo la linea Gustav. Abruzzo e Molise nelle carte del Ricompart, Tesi di Dottorato, Università degli Studi del Molise, Anno Accademico 2017-2018