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lunedì 30 gennaio 2023

Dal 6 dicembre 1943 al marzo 1944 Alba de Céspedes parlò agli Italiani da Radio Bari


Il titolo è volutamente impostato sui messaggi in codice per evocare quei messaggi speciali scanditi due volte da voci diverse, dal contenuto spesso ineffabile, eppure fondamentali per mettere in connessione una quantità di persone variamente situate, ma in attesa di un segnale, di una parola d'ordine che inneschi l'azione.
Messaggi in codice che esercitano ancora oggi una certa suggestione. La forza comunicativa dei messaggi di Clorinda e la sua voce a Radio Bari sono, per contro, tutt'altro che criptici, sgorgano con chiarezza e semplicità toccando le corde più intime degli ascoltatori, sollecitati dalla scrittrice, poetessa e giornalista italo-cubana, a condividere il suo cammino per costruire un nuovo comune sentire, un nuovo Paese libero.
Diverse sono le ragioni che mi hanno spinta a parlare di Alba de Céspedes nell'ambito del convegno di studi odeporici «1939-1945. Viaggiare nel mondo in guerra». Sicuramente per quel fascino ammaliatore e discreto, di una donna straordinarissima, di un'intellettuale raffinata ed arguta eppure donna capace di semplicità essenziale.
Nell'Italia che si muove, si sposta, si mobilita, smobilita, fugge alla ricerca di nuovi approdi nello spazio geografico dei luoghi sopravvissuti, nello spazio della politica devastata, nello spazio dell'etica individuale e collettiva da rigenerare e rigenerata, esito dell'atroce esperienza fascista, non poteva che esserci l'esperienza odeporica di Alba de Céspedes: anche lei (peraltro vissuta davvero tra i due mondi) si mette in cammino come i tanti che brulicano visibili e invisibili nei giorni della Resistenza, della conquista della libertà per il popolo intero e per le generazioni future.
[...] Percepire la realtà con le sue urgenze etiche e sentirsi la responsabilità di agire per la realizzazione di un disegno comune di libertà e di rinnovamento, sono tratti della personalità di Alba de Céspedes che mi richiamano altri protagonisti della Resistenza, veraci, spontanei, forti di animo e di convinzioni. 'Quegli anonimi viandanti che io ho avuto la fortuna di incontrare scandagliando la storia dei luoghi e delle persone a me vicini'. E questa è un'altra delle ragioni per avere scelto l'esperienza odeporica di Alba de Céspedes negli anni della guerra.
Le vicende vissute, e poi, con minore consapevolezza e timidamente raccontate, quelle che non hanno trovato spazio nella storiografia ufficiale, pur avendo fatto la differenza nel dipanarsi della Storia, in Alba trovano una degna narrazione, una degna agnizione nel teatro degli eventi.
La sua autobiografia passa nelle tre forme di scrittura: la letteratura, i diari e l'archivio, attraverso cui esprime componendo, come con le note di un pentagramma, un'armoniosa melodia che racconta se stessa mentre racconta il mondo e la sua teleologia.
Così la fuga per sentieri impervi, nelle terre d'Abruzzo e poi l'approdo in Puglia oltre il fronte, guadando il Sangro, richiamano ineluttabilmente altri drammatici racconti. Quello, essenziale, scarso di parole, ma altrettanto forte e hiaro, inconsapevolmente evocativo di emozioni potenti, di Vito Camaiani, ad esempio, il giovane acquasantano, quando risale dalla Puglia verso Ascoli, dopo lo sbando del suo battaglione, all'indomani dell'otto settembre. Oppure della generosità dei contadini piceni, che nella terribile povertà non esitano a dividere il poco che hanno con i clandestini, rischiando la vita per se stessi, per le famiglie, anche lungo quella Rat line che porterà molti fuggiaschi verso la salvezza. Oppure il comandante Spartaco Perini, alpino della Divisione Julia, dalle gesta gloriose che guida l'insurrezione di settembre in Ascoli e organizza la banda di partigiani sul Colle San Marco, tra i primi episodi della Resistenza. Perini viene ingaggiato dal Pwb <6, traghetta il generale Dalla Chiesa con il Principe Ruffo di Calabria, da Martin Sicuro verso il Regno del Sud, entra nella compagine di Radio Bari e trasmette anche lui sulle onde della mitica radio dell'Italia Libera.
Alba de Céspedes è stata la voce intensa ed entusiasta di quell'Italia in cammino: combattenti militari e civili, esuli, profughi, perseguitati, prigionieri, donne e uomini. Tutti in cammino dietro l'utopia del cambiamento possibile, pur tormentati da mille paure, desideri, attese, sogni.
Dal caos di Roma tramortita dalla violenza tedesca seguita all'armistizio e dalla viltà della monarchia e del governo: "[...] Di notte segretamente noi lasciammo Roma. Sentivamo di difenderla per essere salvi noi stessi e lavorare per riscattarla, questo sacrificio era necessario. Dalla campagna, incamminandoci per insidiosi percorsi vedevamo ancora il profilo della nostra città e le grandi cupole delle chiese - La voce di Clorinda da Radio Bari: Miei cari ascoltatori, tra il nostro ultimo incontro e questo di stasera [...]" <7
La descrizione dei luoghi che l'accolgono durante la prima parte della fuga, fino al passaggio del fronte e il guado del fiume Sangro, è carica; rivela una specie di affinità elettiva con topos e persone, che è avulsa dal tempo e dalle esperienze antecedenti. È e basta. Con richiami di memorie e intese immediate. Due mesi in Abruzzo, da Casoli a Gessopalena e poi a Torricella Peligna. Alba con il suo Franco e gli altri compagni attraversa i paesi abruzzesi nel fango, a piedi o su carri tirati da mucche, trova rifugio nelle case, nelle stalle o nelle grotte, o in buche scavate nei boschi e ricoperte di rami.
[...] Dopo i giorni in Abruzzo lei e i suoi compagni vengono invitati a raggiungere Bari dove un gruppo di intellettuali pugliesi ha ingaggiato una vera e propria «guerra per onde». Le antenne della stazione barese dell'EIAR <11 sopravvissute alla furia distruttiva tedesca sono adesso uno strumento portentoso per collegarsi con il resto del Paese e con l'Europa. Radio Bari è la prima radio libera del Continente che va liberandosi. Captando Radio Londra essa trasmette i messaggi di Roosevelt e Churchill. I tedeschi cercano di disturbarne il segnale da Radio Berlino. L'VIII Armata affida al Maggiore Ian Greenlees, un ufficiale illuminato e colto, attraverso il Pwb Dipartimento della Guerra Psicologica, la gestione dei palinsesti per evitare che subiscano condizionamenti da parte dei nuovi capi: Badoglio e il re utilizzano Radio Bari per diffondere proclami che giustifichino la fuga da Roma e diano conto di un nuovo corso democratico, aspirando ad un nuovo consenso <12.
Alba De Céspedes giunge a Bari il 28 novembre 1943, viene ingaggiata dal Commissario per le Informazioni Filippo Naldi. Diventa Clorinda, il nome è della guerriera travestita da uomo, amore sventurato di Tancredi <13. Le viene affidata la direzione di 'L'Italia combatte', una striscia quotidiana, diremmo oggi, che ha lo scopo di coordinare le diverse organizzazioni partigiane, le migliaia di soldati italiani prigionieri nei vari paesi occupati dai nazisti, e di connettere tutti gli Italiani intorno agli ideali di liberazione.
All'interno di 'L'Italia Combatte' vengono trasmessi i sibillini messaggi speciali ripetuti due volte in sequenze per lo più di undici: «Martino non parte - La messa è finita - Le sorbe sono acerbe - Riempite la borsa - La gavetta è vuota».
Tra le voci vi sono quella di Arnoldo Foà e di Anton Giulio Majano e di tanti altri, nascosti dietro nomi di battaglia.
La voce di Clorinda è la trasmissione di Alba: i suoi messaggi sono molto coinvolgenti, il suo codice è quello del calore umano, della vicinanza fraterna e della riconoscenza per quanto gli Italiani stanno facendo. Così a rileggere le veline di quelle trasmissioni si finisce trasportati dentro quel tempo e quei luoghi da sentirsene parte.
Gli incontri, le tante persone speciali che corrono sulle onde sonore di Radio Bari, lungo tutto il Paese, stigmatizzano la miseria dei potenti che giocano, protetti nelle loro residenze, con la vita degli uomini e la ricchezza di uomini e donne con le loro storie semplici e immensamente grandi al tempo stesso.
Dal 6 dicembre 1943 al marzo 1944 Clorinda parla agli Italiani da Radio Bari. Poi si trasferisce a Napoli, quando la capitale del Regno del Sud passa a Salerno e Radio Bari viene smantellata dal Comando Alleato e diventa Radio Napoli.
Clorinda continua a parlare ai «suoi cari ascoltatori», a raccontare ciò che sta accadendo, a metterli in guardia dalle illegittime pretese dei Tedeschi, a sollecitarli a vivere secondo la propria coscienza, trasgredendo quei divieti stampati su manifesti bianchi che si concludono sempre con l'angosciosa minaccia «fucilato» oppure «pena di morte». Invita ad agire secondo la morale della libertà ripristinata dalle leggi dell'Italia liberata.
I nove mesi del viaggio della Resistenza diventano romanzi i cui protagonisti descrivono la parabola interiore della donna, dell'intellettuale, della partigiana: dall'entusiasmo incosciente, alla matura cosciente partecipazione, alla delusione/disillusione, fino al desiderio di raccontare un'altra storia: l'epopea di Cuba e di Fidel Castro.
In 'Dalla parte di lei attraverso Alessandra', emerge un antifascismo ingenuo, istintivo, carico di entusiasmo e un coraggio derivante dall'incoscienza. 'Prima e dopo' è il ritratto di una partecipazione definita e razionale. 'Il rimorso', considerato da Alba il suo romanzo migliore, affronta da ottiche diverse la crisi delle certezze resistenziali e dei valori in esse contenuti che non hanno trovato compimento nel mondo che ne è scaturito. L'opera incompiuta, 'Con gran amor', dedicato alla sua Cuba e all'eroico nonno, ha lo sguardo avvilito: i protagonisti di allora nella democrazia costruita vedono spegnersi i loro ideali.
L'entusiasmo degli anni dolorosi e creativi della guerra svanisce per sempre come un sogno al risveglio.
Nel 2011 la Mondadori ha pubblicato un volume de «I Meridiani» dedicato ad Alba de Céspedes, curato da una delle sue più profonde conoscitrici: Marina Zancan. L'ingresso nell'Olimpo della letteratura mondiale è, finalmente, il riconoscimento più degno per una grande protagonista della cultura del Novecento.
[NOTE]
6 PWB, Psychological Warfare Branch, è l'ufficio alleato preposto al controllo del settore stampa e propaganda anche nei paesi occupati, garantisce almeno per un periodo, la divulgazione e la correttezza delle informazioni attraverso i mezzi di comunicazione e di propaganda e quindi anche di Radio Bari.
7 L. De Crescenzio, La necessità della scrittura Alba de Céspedes tra Radio Bari e «Mercurio»(1943-1948), Bari, Stilo Editrice, 2015, p. 62.
11 EIAR sin dal 1927 quando furono installate potenti antenne allacciate alla rete nazionale, il regime colse la sua vocazione di ponte con il Levante e con il Mediterraneo per la diffusione della propaganda fascista, entrò in funzione nel 1932, con programmi musicali e di cultura fascista ingaggiati intellettuali di chiara fede e anche alcune donne (Wanda Bruschi Gorjux la Medusa del giornalismo). Dal 1933 iniziarono programmi in lingua albanese, e successivamente nelle altre lingue slave. Le trasmissioni in Arabo furono cruciali per la connessione con lo scacchiere coloniale dell'Italia che cercava di costruirsi la reputazione del Paese buono, pronto a proteggere e indispensabile per il progresso. Filoarabismo nutrito di forte antisemitismo e di una reticenza omissiva e bugiarda anche rispetto allo svolgimento dei fatti bellici raccontati nell'ottica dell'asse italo-tedesco e quindi mendace su alcune sconfitte decisive in Africa.
12 A.Rossano, 1943: «Qui radio Bari», Bari, Dedalo, 1993.
13 Carroli, Appendice. Colloqui con Alba de Céspedes, cit., p. 142.
Rita Forlini, Alba De Céspedes a Radio Bari: i messaggi in codice e la voce di Clorinda in (a cura di) Marco Severini, Viaggiare nel mondo in guerra (1939-1945), Marsilio, 2019