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domenica 5 dicembre 2021

Marinetti non è che un capo banda di un’orgia gogliardica, pagliaccesca, di clowns americani


Il 6 novembre 1914 Marinetti scrive una lettera a Guglielmo Jannelli: «Carissimo Jannelli, hai avuto torto di non avvertirmi del tuo passaggio a Roma. Avremmo potuto combinare di vederci. Verrò prossimamente a Roma. Ci tornerai? Puoi facilmente spostarti per qualche avvenimento importante? [...]. Spero di realizzare presto il vecchio progetto di fare un giornale nostro veramente futurista» <1.
Jannelli, nato a Castroreale (Messina) nel 1895, è pilastro del futurismo siciliano e da Marinetti considerato “il proprio luogotenente” <2, compagno di battaglie nei teatri e di arresti <3, a tal punto che in una intervista a Vitaliano Brancati, nel 1928, dirà «la letteratura futurista italiana è nelle mani del grande Jannelli al quale si devono le prime battaglie futuriste siciliane» <4.
Marinetti aveva sentito parlare di Jannelli già da prima del 19 marzo 1912 - data della lettera inviata da Francesco Balilla Pratella, una volta fatto ritorno da Milano alla sua Lugo di Romagna <5, a Jannelli.
Pratella, genio della musica futurista, fecondatore di futuristi <6, si era, infatti, premurato di mettere Jannelli in contatto con il capo del futurismo (e in quella lettera conferma al diciassettenne di aver incontrato Marinetti e di aver parlato diffusamente di lui): «Gli ho parlato lungamente di voi; egli desidera conoscere i vostri versi. Perciò voi ritoccate le vostre poesie e mandategliele a Milano» <7.
Il ragazzo, a questo punto, ritoccò le poesie e le mandò a Marinetti: "[...] ho passato un’intera serata leggendo e rileggendo i vostri versi, che mi hanno rivelato (specialmente Passa la cocotte) anzitutto un indiscutibile ingegno creatore, 2° una forte ambizione di originalità utilissima, ma non ancora l’originalità [...]. Io vi parlo brutalmente, non da critico ma da amico, poiché riconosco in voi una vera anima di poeta futurista. [...]. Amate violentemente l’originalità, non temete di sembrare eccentrico e pazzo, esprimete la vostra anima integralmente, con sincerità assoluta e con un odio incessante per ogni forma di imitazione, frustando accanitamente la vostra ispirazione verso la nuova poesia futurista" <8.
Dunque Jannelli completa il proprio apprendistato sotto l’egida dello stesso capo del movimento futurista fin quando, nel luglio 1913, Marinetti comunica a Jannelli il fatto che lui e Pratella avevano parlato a lungo in casa sua e che erano giunti alla tal conclusione secondo la quale il giovane messinese, intensificando il proprio sforzo lirico, avrebbe potuto mandargli «per quel luglio due o tre poesie veramente futuriste». Le quali poesie sarebbero state accolte da Marinetti nel nuovo volume I Poeti Futuristi, in uscita in autunno, cosicché, "carissimo Jannelli", «apparterrai definitivamente al gruppo» <9.
Ne consegue che, quando dopo una collaborazione di un anno dei “milanesi” con il gruppo fiorentino di «Lacerba» <10, in una convivenza sì fruttuosa ma particolarmente complicata <11 (i rapporti fra Marinetti e il gruppo di Firenze si interruppero con toni assai accesi nell’autunno-primavera 1914-1915) Jannelli, divenuto capofila del movimento futurista in Sicilia <12, in un forte clima di fervore, fonda e dirige assieme a Luciano Nicastro <13 e Vann’Antò <14 «La Balza Futurista» <15, «un quindicinale che ebbe la ventura di essere, sia pure per un breve istante (aprile-maggio 1915) l’organo ufficiale del movimento marinettiano che serrava le file dopo lo scisma lacerbiano» <16.
I toni dello scisma condussero a una rottura totale ma non (del tutto) definitiva <17.
Com’è noto vi furono pubblici attacchi come nel caso dell’articolo "Futuristi vs Marinettiani" firmato da Soffici, Papini e Palazzeschi, in cui gli autori si definivano «i veri futuristi», mentre gli altri erano detti “adepti di Marinetti”.
Unici a salvarsi Francesco Balilla Pratella e Carlo Carrà <18. Privatamente vi furono proteste e polemiche come il rimprovero di Carrà: "Caro Ardengo, voglio dirti con franchezza che non ho creduto intervenire nella disputa intorno a quello che voi chiamate marinettismo e Futurismo, perché ho visto subito ogni cosa a degenerare in un riprovevole pettegolezzo. [...] fare come voi andate facendo che Marinetti non è che un capo banda di un’orgia gogliardica, pagliaccesca, di clowns americani mi pare si torni a quelle che tu credevi assurde accuse di Prezzolini e di giornalisti idioti lontani dall’arte come io e te siamo per lo meno lontani dal pitecantropo. [...]. Ammiro l’amico Palazzeschi come artista ma non lo posso tollerare quando lo vedo acciecato <19 da animosità contro Marinetti. Di Marinetti si potrà dire tutto quello che si vuole <20, ma non si potrà mai stampare che egli sia un uomo capace di pensare simili trucchi" <21.
O la lettera che Marinetti inviò a Jannelli il 20 marzo 1915, nella quale vediamo il sincronismo della polemica lacerbiana con l’imminenza del giornale futurista di Jannelli: "[...]. Entusiasta per il tuo imminente giornale futurista. Ti mando subito parole in libertà mie, di Carrà e di Mazza. Buzzi, che entra in questo momento, ti manda molto volentieri alcune sue (molto importanti come vedrai) che fanno parte del suo libro d’imminente pubblicazione. Ti mando, per te e per i tuoi amici, non per la pubblicazione, la lettera mandata da Russolo a Lacerba. Naturalmente non fu pubblicata, come altre 20 a 30 circa, ancor più insolenti e decisive" <22.
L’imminente giornale futurista che entusiasma Marinetti e per il quale avrebbe mandato subito «parole in libertà» sue, di Carlo Carrà e di Armando Mazza, «i cui pugni [distribuiti durante il Discorso contro Venezia Passatista], restarono memorabili» <23, è appunto «La Balza Futurista» <24.
Nata poco tempo prima da Vann’Antò e Luciano Nicastro come quindicinale ragusano, con impostazione grafica lacerbiana e il solo nome di «Balza» <25, viene reclutata da Jannelli - il quale aveva conosciuto Luciano Nicastro a Barcellona Pozzo di Gotto nell’autunno 1914 <26 - e si voglia per protesta, come anche per essere «veramente futurista», cambia immediatamente layout.
«La Balza Futurista», modello per la più famosa rivista «L’Italia Futurista» (che vedrà luce l’anno successivo) <27 uscirà in tre numeri: 10 aprile, 27 aprile, 12 maggio 1915; in ottavo, 24 pagine a numero <28. Indice messo alla fine che destò sghignazzamenti non particolarmente eleganti nell’ambiente vociano: "Interessante! Interessante! Il titolo è sul didietro, il che non è un simbolo ma una sintesi" <29.
I consigli che Pratella aveva mandato per lettera a Jannelli riguardo alla pianificazione del giornale vengono seguiti alla lettera <30 come anche quelli di Marinetti, ovvero di pensare a una parte più informativa sugli eventi, produzioni, proteste futuriste e un bollettino d’infomazione - chiamato dagli stessi giovani siciliani, con grande compiacimento di Marinetti, Marciare non Marcire - e dettato dallo stesso capo del movimento futurista [...]
[NOTE]
1 Le lettere che Marinetti inviò a Jannelli sono conservate nell’archivio ordinato dal nipote Salvatore Stancanelli, all’interno della casa di Jannelli, Villa Mamertino - presso l’allora Castroreale Bagni (oggi Terme Vigliatore) - arredata con opere di Depero, Boccioni e Giacomo Balla (a tal proposito, si veda anche Ruta, Arredi futuristi: episodi delle case d’arte futuriste italiane, introduzione di Enrico Crispolti, Novecento, Palermo 1985). Oggi le leggiamo in appendice al volume di Miligi, Prefuturismo e primo futurismo in Sicilia cit., pp. 286-323. Recentemente è uscito il volume: L’invenzione futurista: Case d’arte di Depero, a cura di Nicoletta Boschiero, Caterina Di Giacomo, presentazione di Enrico Crispolti, Catalogo della mostra tenuta a Messina nel 2015, Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana, Regione siciliana, Palermo 2015.
2 L’incoronamento avvenne a seguito di un suo «pugilato futurista», sul treno Palermo-Messina di cui, come ricorda Miligi, dà notizia L’«Avvenire» di Messina del 25 aprile 1915. Tuttavia la notizia sarà stata diffusa con qualche ritardo se già vi è una lettera di Marinetti, datata 3 aprile 1915 - qualche giorno prima del primo numero (10 aprile 1915) della «Balza futurista», alla quale si fa menzione - dove troviamo scritto: «Carissimo Jannelli, Le mie più fervide congratulazioni per i magnifici cazzotti distribuiti in treno. Vivissime felicitazioni da tutti: Russolo, Sironi, Mazza, Carrà, Boccioni, Cangiullo, ecc. Tutti noi ammiriamo l’energia colla quale un futurista isolato combatte in tutti i modi, anche muscolarmente, per la vittoria del futurismo. Aspettiamo ansiosamente La Balza Futurista. / Ti abbraccio fraternalmente / Tuo / F. T. Marinetti / Luigi Russolo / Saluti da Mario Sironi / Francesco Cangiullo», Miligi, Prefuturismo e primo futurismo in Sicilia cit., p. 305.
3 Notizie di arresti assieme a Marinetti ne abbiamo due: il 19 febbraio 1915 a Roma e 12 aprile 1915, sempre a Roma, ma questa volta c’è anche Mussolini, cfr. Jannelli, L’azione prefascista dei futuristi in Sicilia narrata da Guglielmo Jannelli, in Marinetti, Teoria e invenzione futurista, a cura di Luciano De Maria, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1968, pp. 452-461. «Sono sceso nelle piazze a Torino, a Roma, a Milano, nel 1915, e mi vanto di essere stato arrestato prima a Torino, poi due volte a Roma per reato d’interventismo, insieme a Benito Mussolini e a F. T. Marinetti», cfr. Jannelli, La crisi del fascismo in Sicilia, Edizioni della “Balza Futurista”, Messina 1924. [Il volume è stampato a Messina dall’Off. Graf. “La Sicilia”].
4 V. Brancati, Filippo Tommaso Marinetti ci parla di arte e di guerra, in «Il Giornale dell’Isola», 12 dicembre 1928. L’intervista si può leggere integralmente anche in S. Correnti, Il futurismo in Sicilia e la poetessa catanese Adele Gloria, Cuecm, Catania 1990, pp. 42-46.
5 Lugo di Romagna tiene assieme almeno tre personaggi della storia d’Italia: Francesco Balilla Pratella, l’editore Federigo (Ghigo) Valli e Francesco Baracca, asso dell’aviazione italiana durante la prima guerra mondiale. Ricordiamo che proprio allo stemma di Baracca, “il Cavallino Rampante”, è dedicata la Ferrari.
6 Pratella fecondò Jannelli con almeno 66 lettere. Ma anche l’editore Federigo Ghigo Valli che crebbe nel suo salotto, su cui è uscito il volume di A. Castronuovo, M. Chiabrando, M. Gatta, Federigo (Ghigo) Valli. Un protagonista rimosso dall’editoria italiana del novecento, Biblohaus, Macerata 2015. Si veda anche A.G.G. Parasiliti, Federigo Ghigo Valli, l’editore volante rimosso dalla storia editoriale e culturale d’Italia, in «L’almanacco bibliografico», dicembre 2015, 36, pp. 5-6.
7 La lettera si legge in Miligi, Prefuturismo e primo futurismo in Sicilia cit., pp. 188-189.
8 La lettera dei primi di maggio 1912 la leggiamo in Miligi, Prefuturismo e primo futurismo in Sicilia cit., pp. 286-287. Esistono, tuttavia, un paio di lettere precedenti di Marinetti a Jannelli dove si nota un tono non così partecipe. Appare dunque evidente che l’evoluzione della relazione fra Marinetti e Jannelli sia stata frutto dell’intermediazione di Pratella. 9 Lettera del luglio 1913, contenuta in Miligi, Prefuturismo e primo futurismo in Sicilia cit., p. 291.
10 Quegli anni sono ricordati in Marinetti, Alcune verità storiche sulla rivista Lacerba, in «Meridiano di Roma», 29 gennaio 1939 [ristampato in Marinetti, Teoria e invenzione futurista cit., pp. 187-190]. Ma si legga anche F. T. Marinetti, A. Viviani, Con Boccioni Palazzeschi e Viviani a «Lacerba», in Idd., Firenze Biondazzurra sposerebbe futurista morigerato, a cura di Paolo Perrone Burali d’Arezzo, Sellerio, Palermo 1992, pp. 86-89.
11 Cfr. S. Magherini, Marinetti e «Lacerba», in Al di là del Futurismo: Filippo Tommaso Marinetti scrittore cit., pp. 131-158.
12 A seguito della defezione di Cardile e De Maria e, come abbiamo visto, prendendo parte attiva alla campagna interventista orchestrata dai futuristi.
13 «Ragusa 16 aprile 1895 - Milano 2 aprile 1977. Saggista, poeta, narratore, critico, consegue la maturità classica con il grecista Manara Valgimigli e si laurea in lettere a Catania con una tesi sul futurismo (relatore Luigi Capuana) [...]. Si batte per l’interventismo sul Carso, dove gli è madrina di guerra Eleonora Duse, con la quale intreccia una ricambiata amicizia (pubblica in seguito 1945-46, alcune sue lettere e un suo profilo biografico in tre volumi, Confessioni di Eleonora Duse). [...]. Nel 1916 in trincea conosce Francesco Flora [...]. Nel 1921 è tra i protagonisti della campagna contro le rappresentazioni classiche al teatro greco di Siracusa [...]. Negli anni trenta si   trasferisce a Milano e qui, venuto di nuovo a contatto con Flora, riceve da lui l’incarico di compilare il quinto volume, quello relativo al Novecento, della Storia della Letteratura italiana [...].», cfr. la voce Luciano Nicastro, in Il dizionario del futurismo cit., pp. 789-790.
14 A Vann’Antò si deve la supervisione tipografica, cfr. Vann’Antò futurista, a cura di Giuseppe Miligi, All’insegna del pesce d’oro, Milano 1975. Questo volumetto, a cura di Vanni Scheiwiller è stampato in 1500 copie numerate. Su Vann’Antò (Giovanni Antonio Di Giacomo) il rimando è all’apposita voce contenuta all’interno del Dizionario Biografico degli italiani, vol. 40, 1991. La voce è curata da R. M. Monastra ed è leggibile on line all’indirizzo http://www.treccani.it/enciclopedia/di-giacomo-giovanni-antonio_%28Dizionario-Biografico%29/
15 Nel primo numero si legge: «La Balza: quindicinale futurista». «La balza futurista» dal secondo numero. Innanzitutto si leggano le seguenti voci: La Balza Futurista, in Il dizionario del futurismo cit., pp. 108-109; poi La Balza Futurista, in Salaris, Riviste futuriste: collezione Echaurren Salaris cit., pp. 120-129. E ancora D. Tomasello, «La Balza futurista» e le avanguardie in Sicilia tra liberty e paroliberismo, in «Rivista di letteratura italiana», XXIII, 2005, 1-2, pp. 235-239. Infine F. Sgroi, Futurismo. Nel 1915, da Messina, la prima rivista, in «Charta», VI, maggio-giugno 1997, 28, pp. 24-25.
16 Miligi, Prefuturismo e primo futurismo in Sicilia cit., p. 331. In particolare, alla «Balza» Miligi dedica le pp. 119-146 del suo volume appena citato.
17 Pensiamo alla commossa prefazione di Aldo Palazzeschi a Marinetti, Teoria e invenzione futurista cit., pp. VII-XVII.
18 Cfr. A. Palazzeschi, G. Papini, A. Soffici, Futurismo e Marinettismo, in «Lacerba», III, 1915, 7, pp. 49-51 [Oggi si legge anche in La cultura italiana del ‘900 attraverso le riviste. 4: «Lacerba», «La Voce» (1914-16), a cura di Gianni Scalia, Torino, Einaudi 1961, pp. 363-367].
19 [sic].
20 In un’altra del 2-3 maggio 1915 di Carrà a Soffici: «Ti ammetto anche che Marinetti, il quale è senza dubbio migliore di molti suoi amici, qualche volta riesce a romperti i coglioni. [...]», cfr. Magherini, Marinetti e Lacerba cit., p. 153.
21 Cfr. la lettera di Carlo Carrà ad Ardengo Soffici, Milano 15 marzo 1915, in ASD/FS, Serie I, Corrispondenza, 6/1. La leggiamo in Magherini, Marinetti e Lacerba cit., p. 155.
22 Si legge in Miligi, Prefuturismo e primo futurismo in Sicilia cit., pp. 303-304.
23 Sono parole di Marinetti in memoria del proclama Contro Venezia passatista, 27 aprile 1910, che oggi leggiamo in Marinetti, Teoria e invenzione futurista cit., p. 30-31. Ma è memorabile anche l’interpretazione di Carmelo Bene: https://www.youtube.com/watch?v=4LaaphUwAJk. Armando Mazza, «il Bud Spencer delle serate futuriste», come lo definisce la Monastra (L’isola e l’immaginario cit., p. 51) fu innanzitutto uomo di teatro, diplomato all’Accademia di Milano sotto Luigi Monti, come ricorda S. Sottile Tomaselli, Giovane artista, in «Ars Nova», maggio 1905, 4-5.
24 Oggi la troviamo presso la biblioteca del Centro Apice (Archivi della parola, dell’immagine e della comunicazione editoriale dell’Università degli studi di Milano), come anche presso la Fondazione Echaurren Salaris; Esiste l’anastatica, in 500 esemplari, voluta da Luciano Caruso: La balza futurista, con le postfazioni di Giuseppe Miligi e di Anna Maria Ruta, con un editoriale di Luciano Caruso, Belforte editore libraio, Livorno 1987 (Le brache di Gutenberg); digitalizzata sul portale Circe (Catalogo informatico riviste culturali europee) dell’Università degli studi di Trento in collaborazione con il Mart, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto al seguente link: http://circe.lett.unitn.it/main_page.html. Era presente nella collezione futurista di Mughini e poi venduta (4500 euro) dalla Libreria Antiquaria Pontremoli di Milano che ha pubblicato il catalogo Futurismo: collezione Mughini, Libreria Antiquaria Pontremoli, Milano 2014.
25 Uscita in quattro numeri dal 31 gennaio 1915 al 14 marzo 1915, è possibile visionare i primi due numeri (31 gennaio e 14 febbraio 1915), sebbene solo a livello di fotoriproduzione, presso l’archivio del Centro Studi “Feliciano Rossitto” di Ragusa. Già Miligi, Prefuturismo e primo futurismo in Sicilia cit., p. 120, lamentava di aver avuto difficoltà nel reperimento. Il progetto della «Balza» ragusana era quello di svecchiare la provincia, mentre il nome sembra voler essere un richiamo al territorio montuoso ibleo.
26 Il fatto che il padre di Luciano Nicastro, professore di francese, fosse stato trasferito a Barcellona Pozzo di Gotto portando a seguito la famiglia è «un fatto destinato ad avere un rilievo nella storia del Futurismo siciliano [...] perché è Nicastro il tramite che avvicinando Vann’Antò a Jannelli propizierà la nascita della «Balza Futurista», cfr. Miligi, Prefuturismo e primo futurismo in Sicilia cit., p. 117.
27 Per alcune informazioni preliminari confronta S. Porto, L’Italia Futurista, in Il dizionario del futurismo cit., pp. 597-599; ma anche Salaris, Riviste futuriste cit., pp. 350-361. Dell’«Italia Futurista» esiste la ristampa anastatica a cura di Luciano Caruso: L’Italia Futurista. 1916-1918, S.P.E.S., Firenze 1992 dove accanto al contributo del nostro solito Mario Verdone, Il futurismo fiorentino: documenti per l’avanguardia, segnaliamo quello di Antonio Saccone, Primordi dell’«Italia Futurista»: Corra, Settimelli e la “misurazione” dell’opera d’arte, pp. 79-83.
28 Il 9 gennaio 1922 esce un numero speciale della «Balza futurista» come supplemento straordinario dell’«Imparziale». Si tratta di un bifolio sciolto formato in folio: Jannelli, Nicastro, Per un dramma moderno al Teatro Greco. Su questo supplemento, come ricorda Miligi, è uscito l’ultimo scritto di Giovanni Verga «poche righe nude e desolate, di risposta al referendum indetto dai futuristi siciliani sul Teatro Greco di Siracusa». Poi due libretti, entrambi del 1924, riportano la scritta: Edizioni della Balza Futurista. Ma con la «Balza» (rivista) in senso stretto, non hanno molto a che vedere. Si tratta di Jannelli, Nicastro, Il Teatro Greco di Siracusa ai giovani siciliani!, Edizioni della “Balza Futurista”, Messina 1924; Jannelli, La crisi del fascismo in Sicilia, Edizioni della Balza Futurista, Messina 1924. Oltretutto la tipografia non è più la Piccitto di Ragusa.
29 Cfr. Futuristi: La Balza, quindicinale futurista all’interno della rubrica I Consigli del Libraio, in «La Voce», VII, 30 aprile 1915, 10, dove troviamo anche scritto: «“La Balza”, quindicinale futurista. Direttori Digiacomo, Jannelli, Nicastro - Messina. Amministrazione Via G. Battista Odierna, 44, Bologna. Un anno L. 3,00 («Impotenza in maschera d’originalità. Ammirato marinettisticamente la formidabile plastica e dinamica della calligrafia di Balla. Interessante! Interessante! Il titolo è sul didietro, il che non è un simbolo ma una sintesi». Notiamo “Bologna” per “Ragusa” (fra l’altro, il nome della via in cui si trova la sede amministrativa, intitolata a Giovanni Battista Hodierna, citato anche come «Odierna» - il quale fu astronomo della scuola galileiana, nato sul finire del Cinquecento a Ragusa - non lascia margini a fraintendimenti).
30 Si legga la lettera datata Lugo di Romagna, 17 marzo 1915: «Carissimo Jannelli, sta bene per il giornale. In quanto al titolo vi consiglierei soltanto Futurismo od altro del genere. Senza voler mancare di riguardi alla vostra nobilissima e incantevole regione, che io amo senza tuttavia aver mai conosciuto de visu, vi avverto che quel “Sicilia” limita. [...]», in Miligi, Prefuturismo e primo futurismo in Sicilia cit., p. 233.
Andrea Parasiliti, All'ombra del Vulcano. Il Futurismo in Sicilia & la Sicilia del Futurismo, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Catania, 2018