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venerdì 24 febbraio 2023

A differenza di Saponi e di Maffini, Pellizzari fu un militante del partito comunista italiano


[...] In un rapporto stipulato per il Ministero degli esteri in seguito a una missione svolta dal 24 ottobre al 7 novembre 1944 a Parigi, si legge che “(…) Nelle primissime ore del 2 ottobre un italiano detto Brasile (di nome Sapone), capo della sezione garibaldina delle Milices patriotiques dell'XI arr., col concorso di Militi e della polizia ha proceduto all'arresto del regio console, ed alla sua traduzione in una prigione abusiva, nei locali di una vecchia clinica dello stesso quartiere (l'XI). Guardato a vista per alcuni giorni, e costretto a gravi disagi ed a lavori molto umilianti, fu poi rilasciato d'ordine del Governo francese, che provvide ad inviare al suo domicilio un ufficiale di stato maggiore a presentare le scuse di quanto avvenuto, ed a spiegare come il suo arresto - non era stato in modo alcuno - né provocato, né approvato dalle Autorità francesi <504”. <505 A segnalare alle autorità l'arresto avvenuto, ed a ottenere la sua liberazione, concorsero efficacemente l'avvocato Nitti, per il CILN (Comité Italien de Libération Nationale) e particolarmente vivaci furono l'intervento del nunzio apostolico e del console di Svizzera. Interessanti per la loro documentazione, e per le simpatie dimostrate, le attestazioni di numerose personalità francesi e straniere”. <506
Il Saponi all'indomani della seconda guerra mondiale tornò a vivere in Italia, nel 1970 fece varie pratiche, tramite l'Associazione dei Garibaldini dell'XI, per farsi riconoscere la sua attività di resistente in Francia, come testimoniano alcune sue lettere e attestazioni conservate nel Fondo Maffini. <507
Un altro membro della Milice Patriotique dell'XI arr. di cui è possibile parlare grazie alla documentazione disponibile è Ardito Pellizzari. A differenza di Saponi e di Maffini, Pellizzari fu un militante del partito comunista italiano. Originario di Enemonzo nel Friuli, dopo avere frequentato le scuole professionali (ramo meccanico), emigrò nel 1930, all'età di 18 anni, per motivi di lavoro in Francia con regolare passaporto e raggiunse il padre e il fratello che già si trovavano a Parigi. Lavorò come meccanico a Choisy Le Roy prima di spostarsi a Parigi, dove visse nel quartiere di Avron nel XX arr. Nel 1931 entrò subito in contatto con gli ambienti giovanili del partito comunista e nel 1933 diventò il segretario dei giovani comunisti del Gruppo di lingua italiana del XX arr. Sempre per il partito comunista fece delle missioni in clandestinità, recandosi tra il luglio e l'ottobre del 1936, in Friuli. La polizia italiana aprì un fascicolo su di lui nel 1937, nel momento in cui raggiunse la Spagna come combattente volontario delle Brigate Internazionali e per questo venne iscritto in rubrica di frontiera e nel bollettino delle ricerche per arresto. Il 6 gennaio entrò in Spagna e venne arruolato nel Battaglione Dimitrov, compagnia italiana, XIV Brigata Internazionale, fino a diventare qualche mese dopo il Commissario politico della compagnia stessa. Il 12 febbraio venne ferito nella battaglia a Morata de Tajuna, sul fronte del Jarama e rimase nella stessa zona fino al mese di aprile. Nel maggio, si trovava nella città di Madrid, dove si occupò del settore delle radio-trasmissioni. Nel luglio del 1937 rientrò in Francia, inviato dallo stesso Luigi Longo che al tempo era il commissario ispettore generale delle Brigate Internazionali. Tornato a Parigi, il Pellizzari si dedicò fino alla primavera del 1939, alla organizzazione di volontari da arruolare per le Brigate Internazionali. <508 Anche suo fratello Giovanni Pellizzari, emigrato in Francia nel 1928 e stabilitosi a Parigi, si arruolò nel dicembre del 1937 come volontario nelle milizie rosse spagnole e venne assegnato alla Compagnia mitraglieri del III Battaglione della Brigata Garibaldi, ferito in Spagna, tornò nel 1939 in Francia. <509 Qui venne internato nei campi di Argelès, Gurs e Vernet e da qui tradotto alla frontiera e consegnato alla polizia italiana nel 1941. Recluso a Ventotene, dopo la caduta del regime fascista prese parte alla guerra di liberazione come comandante della Brigata Garibaldi Carnia. <510
Ardito Pellizzari, allo scoppio della II guerra mondiale, essendo un militante del partito comunista, entrò fin da subito in clandestinità e nelle fila della Resistenza a partire dal dicembre del 1940, in qualità di FTP. <511 Collaborò con diversi resistenti italiani, quali Carlo Fabro, Bruno Tosin, Giuseppe Bettuzzi, <512; nominato ad un posto importante nella MOI, fu incaricato di occuparsi della propaganda e della stampa clandestina in lingua italiana e francese che incitava al sollevamento contro le truppe di occupazione. Fu addetto a reclutare persone e quadri per la resistenza e fece parte anche del gruppo di fuoco (dei gappisti) legato a Piero Pajetta. <513 Nel 1941 sposò a Parigi Wilma Diodati, <514 figlia dei comunisti Diodati impegnati nella resistenza nel XII arr. e che offrivano il loro appartamento, in Passage du Genie, proprio al gruppo di Pajetta, come ho già detto nel capitolo precedente. <515 Nel 1941, fu inviato a Berlino per una missione delicata: convincere gli italiani presenti in Germania a rientrare in Italia ma venne scoperto, ed è soltanto grazie alla collaborazione di un funzionario dell'ambasciata che riuscì a tornare in Francia. Questo è ciò che afferma il Pellizzari stesso allo storico Puppini in un'intervista rilasciata a metà degli anni '80. Oltre alla sua testimonianza non ho altre informazioni riguardo a questa sua missione in Germania e non mi è possibile quindi chiarire come sia avvenuto il suo rientro in Francia favorito da un funzionario italiano nel 1941. Nelle carte del suo fascicolo al CPC, vi sono delle pratiche riguardo al rinnovo del passaporto del Pellizzari da parte del Consolato generale in Berlino ma risalgono al 1937. Insieme al gruppo di Tonussi, partecipò a circa quindici sabotaggi e azioni armate contro l'occupante e nel 1942 venne chiamato da Mazzetti per sostituire Rohregger e Buzzi, fucilati dalla Gestapo dopo il processo al Palais Bourbon. <516
La Préfecture de Police di Parigi, ignara della sua attività di resistente, gli rilasciò una carta d'identità l'8 maggio 1942, stando ad una dichiarazione del Comité Italien de Libération Nationale del 15 gennaio 1945; tuttavia non è possibile avere conferma del rilascio del documento da parte della Prefettura parigina poiché all'Archivio della Prefecture non esiste un dossier nominativo su Pellizzari. Sempre in questa dichiarazione si legge che il Comité Italien fu autore del rinnovo di questa carta d'identità data l'impossibilità del Pellizzari di farsela rinnovare normalmente. <517
Pellizzari prima di compiere alcune azioni venne ospitato più volte da Martino Martini, membro del gruppo di Piero Pajetta, arrestato insieme a quest'ultimo nel '41 e poi rilasciati. Come si legge in un'attestazione sulla attività di resistenza rilasciata da Maffini: il Martini fu incaricato dalla MOI di organizzare il C.L.N. Italiano, e di prendere contatto con soldati italiani a Bordeaux per sondare il morale delle truppe e fare evadere qualche soldato; procurò armi e tessere di alimentazione al gruppo di Manouchian, organizzò tre depositi di armi, di cui uno era in Passage du Genie nel XII. Dopo la cattura del gruppo Manouchian continuò a procurare armi per altri gruppi della MOI e fu incaricato di organizzare la Milice patriotique della zona sud di Parigi. Dopo la sua scarcerazione nel '41, i suoi domicili servirono per ospitare le riunioni degli italiani e per ospitare resistenti italiani, quali Pellizzari, Ciufoli, etc. <518
Nel mese di aprile del 1944, il Pellizzari ebbe come missione di mettersi in contatto con le formazioni garibaldine e con esse prese parte a numerose azioni pericolose contro l'occupante e al recupero di armi e munizioni. In seguito partecipò alla confezione di bombe Molotov alla Mairie dell'XI arr. <519
Dal maggio del 1944 fino al maggio del 1945 ricoprì l'incarico di ispettore militare del CILN in Francia, <520 periodo durante il quale si occupò dell'invio in Italia di gruppi partigiani attraverso le Alpi. <521 Fece anche parte del Comitato di Liberazione della sezione dell'XI, come membro permanente fino alla data dell'armistizio, l'8 maggio 1945. Dopo la liberazione di Parigi, fece parte dei garibaldini della Caserma di Reully, per poi fare ritorno in Friuli alla fine della guerra.
[NOTE]
504 Rapporto della Préfecture Police del 18 gennaio 1945 in APP., dossier Saponi famille, n. 123.397/77W184.
505 Riguardo al Console Orlandini in questo rapporto per il Ministero degli esteri redatto da Annita M. Ferrari, datato 27 dicembre 1944, si riferisce che «Sulla persona del Console Orlandini si appuntano sempre molte simpatie in ambiente francese: le testimonianza date da alte personalità francesi, o residenti in Francia, in suo favore, al momento del suo arresto, ne fanno fede. Se pesa su di lui (come su tutti coloro che, in veste ufficiale e in alto grado sono rimasti in Francia durante l'occupazione tedesca l'accusa vaga e generica di «collaborazione con il governo di Vichy» sta in suo favore il fatto che fu proprio il governo uscente (e non quello di Vichy) che lo designò, dichiarandolo «persona grata» al momento della partenza dell'Ambasciatore. Di conseguenza, la sua permanenza a Parigi al momento dell'occupazione era più di fiduciario del governo uscente, che non di persona grata al Governo entrante. In attesa di un aereo per Roma, egli è ora a Parigi, condotto per tappe successive dopo i campi di concentramento dalla fuga di Venezia, all'attività partigiana in valle Stura ed a quella fra le FFI in Francia. La sua attività nel maquis è stata particolarmente gradita. Orlandini era stato assegnato dai tedeschi alla residenza di Venezia, dove era tenuto coatto, dopo due detenzioni in campi di concentramento, Orlandini potè raggiungere i patrioti italiani nelle Alpi (Valle Stura) nel maggio del 1944 e nell'agosto del 1944 passare nel Maquis della Haute Tinée (Alpi Marittime) dove ha collaborato con le FFI che gli rilasciarono una tessera di riconoscimento e di liberazione. Da qui, preclusa la via per Roma tornò per un po' a Parigi, fiducioso di poter da lì prendere un aereo. Il suo arrivo a Parigi «anche se volutamente riservato e a titolo strettamente personale» non poteva restare nascosto. Se ne rallegrarono gli impiegati che sperarono in una riapertura delle sedi e la loro riassunzione”. Archivio del Ministero degli Esteri, Serie Affari politici 1931-1945, Comitati italiani di Liberazione Nazionale in Francia (1945), b. 91.
506 Rapporto redatto da Annita M. Ferrari per il Ministero degli Esteri, datato 27 dicembre 1944, (scritto su carta della Associazione educatrice italiana), cit. pp. 42-43, in Archivio del Ministero degli Esteri, Serie Affari politici 1931-1945, b. 91, Comitati italiani di Liberazione Nazionale in Francia, CILN, (1945).
507 Lettere di Saponi a Maffini nelle quali richiede varia documentazione utile per fargli ottenere la pensione di invalidità in Italia, 1971; Lettera di Saponi a Fausto Nitti e risposta, per ottenere tale pensione, in BDIC, Fonds Maffini; AICVAS, pratiche personali, Adolfo Saponi, b. 49, fascicolo 186.
508 Archivio AICVAS, questionario per gli ex combattenti Antifranchisti compilato da Ardito Pellizzari il 17 maggio 1977; Archivio AICVAS, tessera socio della Brigata Garibaldi di Ardito Pellizzari, n. 68, 1938. La tessera ha il timbro della Federazione nazionale Combattenti Volontari della Spagna - Fratellanza Garibaldini Comitato Centrale. Sul lato sinistro della tessera è descritta la Brigata Garibaldi. “La B.G. nella quale si sono uniti e fusi gli italiani liberi di differenti correnti politiche - rappresenta nella guerra di Spagna l'avanguardia armata del Fronte popolare italiano, per la conquista della pace e della libertà. Rinnovando la tradizione gloriosa del Risorgimento italiano, i garibaldini della nuova Italia simboleggiano la solidarietà vivente del nostro popolo col popolo della Repubblica spagnola. I reduci della “Garibaldi” e di tutti i reparti della Spagna Repubblicana assumono l'impegno d'onore di mantenere sempre e di diffondere in tutto il popolo italiano il sentimento d'unione realizzato sui campi di battaglia e cimentato col sangue dei gloriosi fratelli caduti. Essi assumono l'impegno d'onore di contribuire con tutti i mezzi possibili a rafforzare l'invitta Brigata Garibaldi, gloria del popolo italiano, di considerarsi sempre suoi militi e di essere sempre pronti a combattere nelle sue file sino al trionfo definitivo della democrazia e della libertà”. INSMLI, AICVAS, Biografie di volontari, Ardito Pellizzari busta 6, Fasc. 38. CFR. M. Puppini, Pellizzari Ardito, testimonianza diretta, in In Spagna per la libertà: antifascisti friulani, giuliani istriani, nella guerra civile spagnola 1936-1939, Udine: Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, 1986, pp. 199-200. Biografia di Ardito Pellizzari, in AICVAS (a cura di), La Spagna nel nostro cuore, 1936-1939. Tre anni da non dimenticare, Roma, 1996, p. 353.
509 INSMLI, AICVAS, Biografie di volontari, Ardito Pellizzari busta 6, Fasc. 38.
510 ACS, CPC ad nomen Giovanni Pellizzari, b. 3831.
511 Così afferma Gaston Laroche, ex colonnello FTP-MOI e segretario UGEVRE in un'attestazione sull'attività di Ardito Pellizzari rilasciata il 6 aprile 1948, in BDIC-Fond Darno Maffini.
512 R. Maddalozzo, op. cit. pp. 24-25.
513 S. Schiapparelli, op. cit., p. 203 e M. Brasca, op. cit., p. 44.
514 ACS, CPC fascicolo Ardito Pellizzari, b. 3831. Telespresso del Regio Consolato generale in Parigi del 13.07.43.
515 S. Schiapparelli, .op. cit, p. 202.
516 A. Tonussi, op. cit., p. 132.
517 INSMLI, AICVAS, Biografie di volontari, Ardito Pellizzari busta 6, Fasc. 38. Domanda del Comité Italien de Liberation National alla Préfecture de Police per il rinnovo della carta d'identità per lavoratore industriale di Ardito
Pellizzari, Parigi, 15 gennaio 1945.
518 Attestazione rilasciata da Maffini a Martino Martini il 27 giugno 1961, in BDIC- Fonds Maffini,
519 Attestazione rilasciata da Maffini a Pellizzari il 4.11.1976 in BDIC - Fonds Maffini e in AICVAS Busta 6, Fasc. 38.
520 Nella busta del fondo AICVAS (INSMLI) che contiene le carte su Ardito Pellizzari è presente la tessera di Ardito Pellizzari della Commissione Militare del Comitato italiano di Liberazione Nazionale.
521 Dichiarazione del Centro Accoglimento esuli politici italiani reduci dalla Francia, Milano, 1 ottobre 1948, AICVAS
Eva Pavone, Gli emigrati antifascisti italiani a Parigi, tra lotta di Liberazione e memoria della Resistenza, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Firenze, 2013